Antonio Benivieni: un antesignano dell’anatomia patologica

Nel Rinascimento, accanto al desiderio di conoscere il corpo umano nella sua normale costituzione, si risvegliò anche quello di conoscerlo in condizioni patologiche.

Tentativi in questo senso erano già stati fatti presso la scuola alessandrina, ma la prima autopsia praticata a questo scopo fu eseguita come nel 1302 a Bologna.

Fu però solo sul finire del XV secolo, dopo che la Chiesa e i governi concessero l’autorizzazione al libero esercizio della dissezione anatomica, che l’autopsia, diretta allo scopo di conoscere la causa di morte, divenne una pratica comune sia negli ospedali che nelle case private.

Frutto di questo nuovo tipo di indagine furono gli scritti del fiorentino Antonio Benivieni (prima metà del 1400) in cui sono illustrati una ventina di casi clinici, corredati del reperto dell’esame autoptico, da lui stesso seguito allo scopo di conoscere la causa di morte.

Questi scritti, accuratamente illustrati, alla morte del Benivieni vennero raccolti e fatti pubblicare dal fratello in un’opera intitolata “De aditis nonnullis a mirandis morborum et sanatione causis” assieme ad altri 300 casi di cui, però esisteva solo descrizione clinica, non corredata del reperto autoptico.

Fra le raffigurazioni anatomo patologiche più importanti, sono riportate nell’opera di Benivieni il ritrovamento di calcoli alla cistifellea, un ascesso peritoneale, un cancro allo stomaco e  all’intestino,  una perforazione intestinale (la prima descritta nella storia della medicina) e di un megacolon.

Nell’opera di Benivieni, quantunque ancora poco evoluta per le incertezze necessariamente esistenti nel campo di una scienza (l’anatomia patologica) a suo primo sorgere, emerge tuttavia l’intuizione che è necessario cercare l’esistenza di relazioni tra la clinica, la patologia, ed l’anatomia patologica per la corretta comprensione dei fenomeni morbosi.

Sarà questa stessa intuizione che dopo due secoli ispirerà il Morgagni nella compilazione dell’opera che segna l’inizio dell’anatomia patologica.