La spiritualità come professione: San Camillo de Lellis

la straordinaria opera di assistenza di Camillo de Lellis

“Quello che costituisce il vertice della propria autorealizzazione umana, a cui si tende con tutte le forze e con esiti precari e instabili, diventa uno stato permanente”. Questo l’incipit di “Sulla terra in punta di piedi” di Sandro Spinsanti, direttore dell’Istituto Giano, che in questo libro affronta la dimensione spirituale della cura.

Spinsanti, nel tracciare un breve excursus legato a vite sotto l’insegna della religione, ricorda come nella storia sono numerosi gli esempi di ‘famiglie religiose’ che uniscono la preghiera all’assistenza. Tra le più note spiccano figure come San Vincenzo de Paoli, don Guanella o Camillo de Lellis.

Quest’ultimo è il fondatore dell’Ordine dei Ministri degli Infermi, insieme ai primi cinque compagni che si erano consacrati alla cura degli infermi, nell’agosto del 1582, i cui primi statuti vennero approvati da papa Sisto V il 18 marzo 1586. La nuova Congregazione con l’approvazione papale ottenne anche l’assenso alla richiesta di portare una croce di panno rosso sopra la veste come segno distintivo dei “ministri degli infermi”.

Camillo de Lellis – la cui vita completa è disponibile a questo link dell’enciclopedia Treccani – maturò la propria decisione nel contatto quotidiano con tali problemi e nell’esercizio della carità al servizio di malati e poveri, raccolti e racchiusi in numero sempre crescente nelle istituzioni ospedaliere. Nei grandi ospedali rinascimentali si andava sempre di più verificando un degrado dell’assistenza, con personale prevalentemente laico, pessime condizioni igieniche che favorivano il diffondersi di epidemie. Da qui l’idea di una Congregazione totalmente dedita alla cura fisica e spirituale degli infermi: cioè “una compagnia d’huomini pii e da bene, che non per mercede, ma volontariamente e per amor d’Iddio servissero gli infermi con quella charità et amorevolezza che sogliono far le madri verso i lor proprii figliuoli infermi” (Scritti…, p. 52).

L’opera di de Lellis fu rivoluzionaria: da una parte una grande disciplina posta da Camillo nel redigere la contabilità dell’ospedale, che creò la fiducia necessaria per attrarre generose donazioni. Dall’altra un sistema di regole redatte tra la fine del 1584 e l’inizio del 1585: in esse particolare rilievo veniva dato all’obbligo della povertà con l’impegno a non accettare nessuna donazione ereditaria dagli infermi. Le regole non si soffermano tanto, però, sulla regolamentazione della vita religiosa dei confratelli quanto piuttosto sulla descrizione degli “ordini et modi che si hanno da tenere nelli hospitali in servire li poveri infermi” (Scritti…, pp. 67-71). Qui, attraverso una precisa e minuta descrizione dei modi e delle forme del rapporto coi malati, si afferma il principio del servizio agli infermi: come rifare i letti, servire i pasti, fare le pulizie.

“Perché le cure, maneggi delle cose temporali impediscon lo Spirito et charità verso il prossimo”

Il nome di “servi degli infermi” veniva preso alla lettera dal fondatore, per il quale le cure fisiche erano inscindibili dall’opera di conforto spirituale e prendevano un rilievo quasi esclusivo. Camillo fece mettere agli atti della Congregazione del 20 maggio 1599 questa specifica indicazione: “servire negl’hospedali all’infermi nella cura et bisogni corporali, cioè nettargli le lingue, dargli da mangiare, da sciacquare, far letti, et scaldarli, … et fare altre cose simili” (Scritti.., p. 195).

La forza della figura di Camillo, proclamato santo da papa Benedetto XIV nel 1746 e riconosciuto insieme con san Giovanni di Dio, patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali, è rappresentata anche dalla abbondante iconografia: un analisi dettagliata è disponibile sul sito dei Camilliani, a questo link.

Saint-Camillus-de-Lellis-rescuing-lives-and-offering-shelter-from-the-flooding-Tiber-Rome.-Line-engraving-by-J.-and-J.-Klauber.-Klauber-Joseph-Sebastian-approximately-1700-1768

Una iconografia piuttosto diffusa in ambito camilliano è la rappresentazione del santo inginocchiato mentre gli angeli in volo gli portano il Crocifisso, ma sono numerose le opere che lo ritraggono con malati: qui una approfondita descrizione dell’opera “San Camillo de Lellis salva gli ammalati dell’Ospedale di San Spirito durante l’inondazione del Tevere del 1598”

Nel dipinto, di grandi dimensioni e di formato rettangolare con sviluppo orizzontale, è raffigurata la scena dell’allagamento della grande corsia dell’ ospedale romano di Santo Spirito in Sassia in cui si assiste alle operazioni di soccorso degli ammalati, condotta da quattro uomini in abito scuro ( di cui due hanno una croce rossa sul petto), appartenenti ad un ordine religioso, aiutati da tre inservienti.