Durante il Rinascimento, per un complesso di fattori economici e sociali migliorano la reputazione e la posizione del medico. Essi, infatti, ricevono una educazione accademica dall’università dove, a partire dalla seconda metà del cinquecento si incomincia ad abbandonare l’insegnamento classico basato prevalentemente sui testi di Galeno e Avicenna per introdurre, sia pur lentamente, le nuove idee. Negli ospedali si tengono le prime lezioni cliniche al letto degli ammalati. Nei «teatri anatomici» universitari si compiono con frequenza sempre maggiore le dissezioni introdotte da Vesalio. Negli «orti botanici» avviene la dimostrazione dei «semplici».
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