COSA SIGNIFICA FLOGISTO?

Ipotetica sostanza che si sarebbe liberata dai composti per combustione o per calcinazione, dei quali avrebbe costituito il ‘principio di infiammabilità’

Si può affermare che il tentativo di interpretare i fenomeni della combustione, dalla scoperta del fuoco in poi, abbia perennemente accompagnato l’uomo e la storia della civiltà.
Prima si diede al fuoco ed ai fulmini, ad esso strettamente collegati, una spiegazione prevalentemente religiosa. Poi si tentò la via dell’alchimia che con Paracelso cominciò a dirigersi verso la chimica in senso moderno. Ma ancora con Paracelso e con i suoi seguaci, la chimica doveva avere come scopo quello di riuscire a preparare sostanze tali da influire sui fenomeni chimici propri della fisiologia degli esseri viventi, che venivano sempre più diffusamente interpretati sotto la prospettiva iatrochimica.

Un uomo conduce un esperimento alchemico con un alambicco, in primo piano, sullo sfondo una figura femminile che rappresenta il mondo osserva un uomo della nuova scuola di chimica che prepara un esperimento con l’ossigeno con un barattolo di vetro e una candela: una rappresentazione della storia transizione tra alchimia e chimica. Incisione colorata di J. Chapman, 1805, secondo R. Corbould.

La chimica moderna concepita come scienza a sé, con obiettivi ben precisi e peculiari, finalizzata a nessun altro scopo che a quello dello studio e della spiegazione dei nuovi fatti che via via si andavano scoprendo battendo la via aperta dalla rivoluzione galileiana, mosse i primi passi con Robert Boyle e con John Mayow, ma solo con Antoine Laurent Lavoisier seppe trovare una conclusione al fenomeno della combustione.

Un uomo pesato su una bilancia e un uomo con la testa in un contenitore di vetro; dimostrazione degli esperimenti di Lavoisier con la respirazione. Disegno attribuito a Marie-Anne-Pierrette Lavoisier, ca. 1790

Così il fenomeno della combustione occupò gli scienziati dalla metà del secolo xvII sino alla fine del secolo successivo. Fu durante questo periodo che Georg Ernst Stahl (1660-1734) formulò e sostenne la sua teoria del flogisto (gr. phlogistós = arso), che ebbe come seguaci illustri scienziati quali K. W. Scheele (1742-1786), J. Priestley (1733-1804) e H. Cavendish (1731-1810).

Secondo tale teoria tutte le sostanze combustibili nonché tutti i metalli che, riscaldati all’aria, si ossidassero (si calcinassero, ossia si trasformassero in calci, secondo la terminologia del tempo) dovevano contenere un elemento comune, il flogisto appunto, che nel processo di combustione o di calcinazione andava consumato.

Ma come la teoria di Stahl ebbe dei seguaci, così incontrò anche degli oppositori, come Boerhaave, Black e, infine, Lavoisier (che applicò come metodo costante l’utilizzo della bilancia) che riuscì a dimostrare l’inconsistenza della teoria del flogisto e che la combustione altro non era se non una reazione chimica fra le sostanze combustibili e l’ossigeno, il gas che Mayow aveva ipotizzato e che Priestley aveva scoperto, ma non era riuscito ad identificare.

Gli studi sulla combustione ed i risultati ottenuti aprirono definitivamente la strada alla comprensione del fenomeno della respirazione e, quindi, della fisiologia della circolazione del sangue.