La visita di Lister negli Stati Uniti

Chirurghi e storici hanno a lungo apprezzato e applaudito Joseph Lister e il suo sistema antisettico per rendere le operazioni più sicure ed avere una visione ancora più ampia della chirurgia.
Disciplina che egli portò anche negli Stati Uniti, in un viaggio di due mesi effettuato nel 1876, nel tentativo di convincere i medici che avrebbero dovuto accettare le sue idee sull’antisepsi chirurgica: oggi la visita di Lister è considerata come una tappa fondamentale nella storia della medicina.
Lister, chirurgo di Glasgow, in Scozia, introdusse il suo concetto di antisepsi nell’esecuzione di operazioni chirurgiche e nel trattamento delle lesioni nel 1867: il lavoro di Lister si basava sui risultati della ricerca del chimico francese Louis Pasteur (1822–1895), che aveva studiato il processo di fermentazione dimostrando essere causato dalla crescita di microrganismi viventi.
Visita che lo vide viaggiare in treno attraverso il continente nordamericano, suscitando polemiche mentre i medici si sforzavano di comprendere la relazione tra batteri e malattie: invitato ad affrontare la questione e tenne una serie di conferenze a Filadelfia, Boston e New York. Va infatti evidenziato che tra gli argomenti più dibattuti nel mondo medico americano del 1876 c’era se accettare i principi di antisepsi chirurgica di Joseph Lister. Le presentazioni hanno segnato l’inizio di un cambiamento significativo nella consapevolezza dei medici americani sulla correlazione tra ferite, germi e pus.
Va anche ricordata l’attenzione di Lister per le legature che assume un ruolo di secondo piano nonostante la sua importanza nelle sue ricerche e pubblicazioni, nonché la sua influenza sulla pratica della chirurgia nella sua epoca. Lister riuscì a trasformare le pratiche chirurgiche trans-atlantiche per la legatura arteriosa, un’innovazione che, sebbene alla fine eclissata da chirurghi successiva, colpì in modo significativo.

In generale, i chirurghi europei adottarono l’antisepsi listeriana prima delle loro controparti americane, che un decennio dopo la guerra civile, si consideravano attori emergenti nella scienza e nell’industria internazionali: in America Lister dovette affrontare un compito difficile per conquistare i chirurghi americani al suo sistema antisettico e al suo fulcro scientifico, il rapporto tra batteri e pus. L’antisepsi e la teoria dei germi furono prese d’assalto e il congresso medico che vide Lister tra i protagonisti si rivelò essere uno dei momenti fondamentali.

Oltre al viaggio di Lister negli Stati Uniti, due gli elementi che consentirono la diffusione delle teorie listerane: la letteratura medica e i medici che si recarono in Scozia per assistere ai suoi risultati.

Faneuil Weisse (1842-1915) di New York fu il primo allievo americano conosciuto di Lister. Nell’estate del 1868, il giovane medico fece un giro in Europa, dove i suoi viaggi includevano una breve visita ai reparti di Lister nell’infermeria reale di Glasgow. Weisse rimase sbalordito dai successi di Lister e dopo il suo ritorno in America, il giovane newyorkese presentò alcune osservazioni prima di una riunione della sua società medica locale. Le osservazioni di Weisse furono pubblicate nel numero del 1 ° marzo 1869 della cartella clinica, dove non solo diede una descrizione dettagliata dei trattamenti di Lister, ma discusse i modi al capezzale dell’inglese e i metodi di insegnamento. “Passando da un letto all’altro”, riportò Weisse, “[Lister] perora la sua causa e avanza le sue prove. … con un grado di modesta serietà che colpisce per le profonde convinzioni alle quali egli stesso lavora… Come chirurgo è più coscienzioso, paziente e scrupoloso di qualsiasi altro io abbia mai visto”.

Enrico Bottini: un maestro nella storia dell’antisepsi

“Per guarire le ferite si deve favorire l’insorgenza in esse della suppurazione” sosteneva Ippocrate, avendo intuito che la suppurazione fosse un fenomeno naturale e utile per la guarigione delle ferite.

Il termine sepsi – che deriva dal greco e significa “putrefazione” – venne inizialmente usato per indicare le infezioni delle ferite in generale.

Fino alla metà del XIX secolo, la chirurgia era gravata da una elevata mortalità, tanto che il chirurgo scozzese James Young Simpson (1811-1870) scriveva che “il paziente steso sul tavolo operatorio di uno dei nostri ospedali chirurgici, corre maggior pericolo di morte che il soldato inglese sul campo di battaglia di Waterloo”.

Le cause erano principalmente tre:

  • emorragia per scarsa validità dei mezzi con cui si praticava l’emostati
  • shock neurogeno da dolore per mancanza di anestesie efficaci
  • infezioni chirurgiche per l’assenza di qualsiasi principio antisettico

Fra coloro che si misero il luce nella lotta contro le infezioni chirurgiche, va ricordato Enrico Bettini, a cui è dedicata questa pubblicazione Bottini. Un maestro della scuola chirurgica pavese nella storia dell’antisepsi insigne maestro della scuola pavese, da molti annoverato tra i pionieri dell’antisepsi.

Il primo studioso ad utilizzare l’acido fenico come antisettico fu Lister, che nel 1865 trattò per la prima volta una ferita con il suo metodo, che descrisse su Lancet nel 1867. Ma tale metodo venne utilizzato anche dal Bottini, che trattò nella sua pubblicazione “Dell’acido fenico nella chirurgia pratica e nella tassidermica” apparsa nel 1866 sugli annali di Universali di Medicina.