al via le iscrizioni per la seconda edizione del master “Cronicità e Leniterapia: il fine della cura verso la fine della vita”
di Donatella Lippi, Professore Ordinario, Storia della Medicina e Medical Humanities, Delegata della Rettrice al Coordinamento delle Relazioni Esterne UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica (DMSC), Presidente Fondazione Scienza e Tecnica
Siamo di fronte a una transizione epidemiologica nella patologia emergente: da una situazione in cui erano predominanti le malattie infettive e carenziali, si è passati a una prevalenza di quelle cronico-degenerative: se, da un lato, l’aumento della speranza di vita alla nascita rappresenta una grande conquista, determinata dal miglioramento delle condizioni di vita e dai progressi della medicina, dall’altro necessita di una rinnovata capacità di programmazione di interventi di politica sanitaria e di un cambiamento di mentalità.
A fronte del cambiamento della patocenosi, anche la formazione dei professionisti della salute deve attraversare una rilettura generale.
Per il secondo anno è stata attivata a Firenze una Scuola di Specializzazione in Medicina Palliativa e un Master, dal titolo “Cronicità e Leniterapia: il fine della cura verso la fine della vita”.
Non solo: in questo anno accademico, grazie alla prof. Linda Vignozzi, nei sei anni del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, sono state attivate numerose occasioni di Attività Didattica Elettiva, con esperti di comunicazione (Laboratorio di Comunicazione Generativa Unifi), della ATT-Associazione Toscana Tumori e FILE- Fondazione Italiana Leniterapia, per educare da subito i nostri Studenti a fronteggiare situazioni cliniche complesse o irreversibili.
“Io avrò cura di te”.
Sono esemplari le parole della canzone-capolavoro di Franco Battiato, “La cura”, per porre l’accento sullo spirito di questo master.
“Palliativo”, nella accezione comune, è percepito come provvedimento che non risolve una difficoltà o una situazione critica, ma ne allontana provvisoriamente le conseguenze: in realtà, vuole indicare, tra l’altro, quell’insieme di cure, non solo farmacologiche, volte a migliorare il più possibile la qualità della vita sia del malato in fase terminale e della sua famiglia.
Per questo, era stato tentato di usare il termine “Leniterapia”.
«In Italia il significato di cure palliative è ancora poco conosciuto. Così spiegava Donatella Bartolozzi, quando era presidente di FILE, alla cui memoria il master è dedicato: palliativo è infatti un termine che talvolta viene interpretato in modo riduttivo come inutile o poco efficace. Le cure palliative sono invece terapie e tecniche nate per aiutare chi deve affrontare la sofferenza fisica, la paura e la disperazione del dolore e della morte. Per questo abbiamo coniato il neologismo leniterapia, che porta con sé l’idea di dolcezza, di cura, di solidarietà». (Repubblica, 10 dicembre 2004, Firenze, p. XV).
Oggi, i nostri medici e i nostri studenti devono imparare a confrontarsi con polimorbilità, con situazioni complesse, con situazioni sempre più numerose in cui non possono più guarire, ma possono curare: questo master si propone di inquadrare la cura di questi pazienti secondo una “postura palliativista”.
Io avrò cura di te.
qui tutte le info sul master https://www.leniterapia.it/formazione/master-cronicita-e-leniterapia/ e qui il programma completo
il Master, della durata di un anno, promosso dal Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze, con FILE e Fondazione CR, si è proposto per la formazione dei professionisti delle cure palliative in campo medico, assistenziale e psicologico, che agiscano a diversi livelli assistenziali: medicina generale, assistenza in Unità di Cure Palliative, a domicilio, in Hospice, in servizi territoriali pubblici e privati (profit e non profit).
Nella precedente edizione il Programma del MASTER è iniziato, dopo le prove di ammissione, il 14 di Ottobre 2022 ed è proseguito, con regolarità, con incontri quindicinali. Al Master si sono iscritti 14 Discenti, provenienti da esperienze differenti: alcuni di loro lavoravano già in contesti dedicati e hanno intrapreso questo percorso per potenziare le loro competenze, mentre, per altri, si trattava di un’esperienza nuova, alla quale si volevano avvicinare per approfondire un tema che reputano, giustamente, di grande attualità. Le lezioni sono state tenute prevalentemente in presenza, offrendo a coloro che fossero stati impossibilitati a partecipare, l’opportunità del collegamento on line. Questo metodo ha contribuito, unitamente a lezioni di tipo esperienziale e ai focus group regolarmente organizzati, a creare un’unione molto solida ed affiatata tra i Discenti, sostenuta da grande spirito di solidarietà e di collaborazione, anche coi Docenti. Ogni incontro è stato vissuto con particolare intensità, coinvolgendo i Discenti in discussioni aperte, nelle quali ognuno ha portato la propria esperienza, le difficoltà incontrate nel lavoro e le aspettative riposte in questo tipo di percorso formativo. Attraverso la condivisione e la verbalizzazione delle informazioni possedute e condivise, infatti, si è sempre attivato un processo di rielaborazione, che ha valutato le idee enunciate, esponendole alla critica e ridefinendole. Mediante la discussione, si è sviluppato, infatti, il pensiero argomentativo, favorendo la dialettica e agevolando la formulazione di problemi e i tentativi di rielaborazione delle ipotesi. Al termine di ogni modulo, è stato sottoposto ai Discenti un questionario, per verificare le eventuali criticità, i punti di forza, i temi e i Relatori più apprezzati oppure meno graditi. Le risposte sono state sempre molto positive, soprattutto nelle occasioni in cui i Discenti hanno potuto partecipare attivamente alla lezione. Le attività formative sono state articolate, rispettando l’assunto iniziale della divisione in tre grandi sezioni, Visione, Azione, Organizzazione, a loro volta declinate in Ragione-Cultura-Sentimenti; Luoghi-Pazienti-Tecniche; Team-Rete-Sistema. Da un punto di vista generale, sono stati presi in considerazione i grandi temi della cronicità, della oncologia e della geriatria, inquadrati sia dal punto di vista epidemiologico e biologico, sia dal punto di vista sociale e culturale, con particolare attenzione verso i pazienti affetti da malattie croniche, in particolare di quelli molto anziani con multimorbilità e di quelli in fasi avanzate di malattia, nelle quali sia ragionevole aspettarsi una prognosi sfavorevole e a relativamente breve scadenza. L’ottica privilegiata è stata, quindi, comprensiva non solo degli aspetti biomedici relativi alle patologie, ma anche di quelli riguardanti la sofferenza psichica, relazionale e spirituale, della persona interessata e di coloro che se prendono cura. Il bilancio nel gradimento dei Discenti relativamente al master è, quindi, pienamente positivo e, ad oggi, gli obiettivi possono dirsi raggiunti, in quanto, al termine del Master, i Discenti hanno dimostrato di aver acquisito le conoscenze adeguate per individuare i pazienti ed inquadrarne i bisogni verso la fine della vita, secondo l’ottica della complessità e delle necessarie relazioni organizzative finalizzate ad integrare le diverse competenze professionali, nell’ambito di una nuova cultura palliativista, che potrà incidere e trasformare il loro modo di agire in diversi setting assistenziali. La Fondazione File, grazie al contributo della Fondazione CR, ha sostenuto con grande impegno il corso, mettendo a disposizione il pagamento del 50% dell’iscrizione dovuta all’Università.