I luoghi della cura: la Scuola di Montpellier


La città di Montpellier, fondata probabilmente nel decimo secolo da alcuni fuggiaschi da Maguelone espugnata e distrutta da Carlo Martello, si trova sulla via battuta dai pellegrini diretti al Santuario di Compostela.

Lungo tale via già i canonici di S. Eligio avevano creato degli ospizi per i pellegrini nei quali, oltre ad essere ospitati, in caso di bisogno, venivano anche curati.

Un vero e proprio centro di quella che venne definita medicina monastica, accanto al quale come sempre avveniva s’era sviluppato un centro di medicina laica.

Così, quando, nel 1220, il cardinale Conrad, legato del papa Onorio III (che aveva proibito l’esercizio della medicina fuori dai conventi anche ai chierici laici), fondò ufficialmente l’Università, null’altro fece che conferire un prestigioso titolo ad un centro di pratica e di insegnamento medici che fioriva già da più di un secolo e nel quale, dal 1160, si insegnava e si studiava anche giurisprudenza.

Importante fu il decreto di Guglielmo VIII, signore di Montpellier, il quale decise, nel 1180, che la Scuola fosse aperta a tutti, senza alcuna restrizione e senza alcuna discriminazione fondata su razza, religione o nazionalità: «Non intendo concedere a nessuno – affermava energicamente Guglielmo – la prerogativa ed il monopolio di poter insegnare e compiere dei corsi presso la facoltà di medicina di Montpellier, in quanto è un gran male..concedere e conferire ad uno solo il monopolio di una scienza così utile. Pertanto io voglio e ordino…che tutti, chiunque siano e da qualunque paese provengano, possano insegnare medicina a Montpellier senza essere minimamente disturbati».
L’elevazione dell’antica schola ad Università non faceva, quindi, se non consacrare un’attività di studio e di insegnamento che già meravigliosamente fioriva da tempo e che, formatasi e sviluppatasi intorno ad un centro di medicina monastica, aveva già nei decenni precedenti richiamato e raccolto studiosi e medici ebrei e spagnoli e, quindi, aveva a disposizione il patrimonio della grande cultura araba ed ebraica e di quanto queste avevano conservato della cultura classica.

All’origine l’insegnamento fu privato, ossia veniva impartito nella casa del docente che si faceva pagare direttamente dai discepoli. Tuttavia gli insegnanti erano organizzati in una corporazione a capo della quale stava un cancelliere nominato dal Vescovo.

Dal 1369 in poi la Facoltà ebbe per decreto del papa Urbano V, una sua sede, il Collège du Pape, detto anche «des Douze Médecins». Verso la fine del sec. XV la sede venne ampliata e comprese anche il Collège Royal. A partire dal regno di Carlo VIII (1470-1498) e di Luigi X (1462-1514)- succeduto a Carlo VIII nel 1498- l’Università venne sovvenzionata dallo Stato e venne regolata da statuti ufficiali. Durante i primi tre secoli della sua esistenza la Scuola di Montpellier fu praticamente cosmopolita: ebrei spagnoli, francesi, spagnoli arabizzati e non, italiani in particolare Maestri della Scuola Salernitana, inglesi, persino personaggi provenienti dalle isole Baleari, come il grande filosofo, teologo ed alchimista Raimondo Lullo (1235-1315), che giunse a Montpellier intorno al 1275.


La Scuola medievale di Montpellier ha meriti enormi: oltre ad aver catalizzato numerosi fra i più grandi medici di quei tempi, essa diffuse in Europa quanto l’Oriente aveva salvato della grande cultura classica; fece rinascere la ricerca sperimentale, che dal secondo secolo d.C. era stata completamente abbandonata; servì da modello a numerosissime altre Scuole ed Università.

Rassegna Medical Humanities


Poverina

https://blackie-edizioni.it/products/poverina

Libro di Chiara Galeazzi (1986) dove la voce di radio Dj racconta l’emorragia cerebrale che l’ha colpita nell’ottobre 2021.

Milk

https://wellcomecollection.org/exhibitions/Y8VNbhEAAPJM-oki

Mostra visitabile sino al prossimo 10 settembre alla Wellcome Collection di Londra sul tema del latte e il suo posto nella politica, nella società e nella cultura.

NLM collections tour: climate and health

https://circulatingnow.nlm.nih.gov/2023/04/20/nlm-collections-tour-climate-and-health/?

Collezione virtuale dai fondi storici della National Library of Medicine (NLM) americana sul rapporto tra ambiente e salute.

Anche le parole curano

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/04/La-lingua-batte-del-09042023-21a8f132-0e12-4975-8273-58fde42c7d61.html

Puntata della trasmissione di Radio RAI3 “La lingua batte” dedicata alle parole della malattia e della salute.

An enigmatic ‘story of consciousness’ told through 19th-century engravings

https://aeon.co/videos/an-enigmatic-story-of-consciousness-told-through-19th-century-engravings

Corto del regista Conner Griffith realizzato usando solo antiche incisioni, poi digitalizzate e rese disponibili a chiunque

Uno schermo tra medico e paziente: la storia può aiutarci a comprendere l’era digitale?

Un articolo esplora il rapporto tra la storia della medicina e il suo presente digitale attraverso la lente del rapporto medico-paziente

Oggi la retorica che circonda l’introduzione delle nuove tecnologie in medicina tende a sottolineare che le tecnologie disturbano le relazioni e che il legame medico-paziente riflette un’era della medicina più “umana” che dovrebbe essere preservata.

Scrivono gli autori: “I commentatori spesso presumono che le attuali preoccupazioni su come le tecnologie possano portare alla “disumanizzazione dell’assistenza” siano i prodotti senza precedenti delle trasformazioni tecnologiche, sociali e culturali tra la fine del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo”. La crescente dipendenza della medicina dagli schermi è percepita come un indebolimento di importanti rituali sociali, come gli scambi tra medici e altri colleghi sanitari che erano soliti discutere i loro casi in modi più informali.

La prospettiva delle medical humanities insegna che la medicina ha bisogno di storia e cultura perché non è solo una scienza naturale ma anche una scienza e un’arte umanistica. Il progresso della medicina e delle istituzioni mediche dipende dai cambiamenti culturali ed è, allo stesso tempo, il risultato di cambiamenti immanenti all’interno delle discipline mediche stesse.

Questo vale anche nella relazione tra medico e paziente.

Nell’articolo, attraverso una puntuale analisi di studi storici, viene illustrato come le relazioni medico-paziente siano sempre state modellate dalle culture materiali. La cultura è la causa della malattia e anche il prodotto della malattia; la cultura modella la malattia, la diagnosi e la terapia, la situazione del paziente e l’attività del medico.Gli esseri umani non solo determinano ciò che sarà considerato come salute e malattia, ma allo stesso tempo interpretano queste esperienze e decidono come rispondere ad esse.  Il malato ha diritti e doveri, così come il medico: la loro relazione manifesta sia asimmetria che simmetria, come le differenze nelle conoscenze mediche e nelle esperienze di dolore e malattia. Nell’articolo gli autori prendono in esame tre attività – registrazione, esame e trattamento – alla luce dei loro antecedenti storici, e suggeriscono che la nozione di “medicina umana” è in continua evoluzione: consiste in attribuzioni sociali di abilità ai medici che si sono svolte in modo molto diverso nel corso il corso della storia.

qui l’articolo completo, disponibile in formato aperto https://www-ncbi-nlm-nih-gov.bvsp.idm.oclc.org/pmc/articles/PMC8260574/

 

Rassegna Medical Humanities

Fòl fest

https://www.collegnofolfest.it/

Dal 20 al 28 maggio si terrà a Collegno (TO) la seconda edizione del “fòl fest”, una festa interamente dedicata alla salute delle menti nel nome dell’inclusione e della cittadinanza.

Le regole e il buon medico

https://ilpunto.it/le-regole-e-il-buon-medico/

Riflessione di Sandro Spinsanti (1942), Fondatore e direttore Istituto Giano per le medical humanities, dedicata alla deontologia medica.

Le cure palliative e la pratica di cura totale, laica e spirituale

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/04/Uomini-e-Profeti-del-16042023-3227fafd-cbfe-4372-a93c-25a4492f79a1.html

Cicely Saunders (1918-2005) è figura guida della puntata di “uomini e profeti”. Saunders ha introdotto l’idea e la pratica di cura totale, laica e spirituale negli Hospice fondati in Inghilterra nel 1967.

The Poliomyelitis Vaccine Field Trial of 1954 Exhibit

https://www.aap.org/en/about-the-aap/gartner-pediatric-history-center/the-poliomyelitis-vaccine-field-trial-of-1954-exhibit/

Mostra virtuale a cura dell’American Academy of Pediatrics sul vaccino contro la poliomielite

Mommy, Me, and We: Why Black Mothers Have Turned to Doulas

https://works.swarthmore.edu/crossings/vol1/iss1/10/

Nell’articolo, Janessa Harris (University of Georgia) riflette sul ruolo delle donne di colore, in particolare delle madri, nelle dinamiche della medicina contemporanea.

Clima e salute nella storia


L’ambiente, nella sua accezione più completa e complessa, comprensiva di stili di vita e condizioni sociali ed economiche, è un determinante fondamentale per il benessere psicofisico e quindi per la salute delle persone e delle popolazioni. https://www.salute.gov.it/portale/prevenzione/dettaglioContenutiPrevenzione.jsp?lingua=italiano&id=5766&area=prevenzione&menu=obiettivi2020

Il tempo e il clima condizionano alcune determinanti chiave della salute umana: aria, cibo e acqua. E sono responsabili di ondate di calore, inondazioni e uragani, così come della trasmissione delle malattie infettive. Anche le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici, come gli interventi sull’inquinamento dell’aria, hanno un’influenza importante sulla salute. https://www.epicentro.iss.it/ambiente/climaOms09


Oggi il tema è di grande attualità ma come scrivono alcuni esperti sono molti i momenti nella storia in cui l’uomo è stato costretto a mutare le proprie abitudini per l’impatto del clima. Tra questi si trova “Il destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un impero” di Kyle Harper nel quale viene raccontata la caduta dell’Impero romano, che esamina il ruolo decisivo che il cambiamento climatico e le epidemie ebbero nel crollo dell’impero.

Scrive Harper: “La scoperta di rapidi cambiamenti climatici nell’Olocene è una sorta di rivelazione. Apprendiamo per esempio che i romani, in una prospettiva planetaria, ebbero una fortuna sfacciata. L’impero raggiunse infatti la sua massima estensione e prosperità nelle pieghe di un periodo tardo-olocenico chiamato Optimum climatico romano (Ocr). L’Ocr si manifesta come una fase di clima caldo, umido e stabile in gran parte dell’area continentale mediterranea dell’impero. Si trattò di un momento particolarmente adatto alla nascita di un impero agrario fondato su una convergenza piramidale di accomodamenti politici ed economici. Insieme con il commercio e la tecnologia, il regime climatico rappresentò una silenziosa forza cooperativa nel circolo apparentemente virtuoso dell’impero e della prosperità. Mentre estendevano il loro impero fino alle sue estreme propaggini, i romani non avevano alcuna idea delle basi ambientali, contingenti e precarie, di quanto avevano costruito. Dalla metà del II secolo d.C., la fortuna dei romani iniziò a calare. I secoli oggetto della nostra indagine furono testimoni di una serie di cambiamenti climatici tra i piú drammatici di tutto l’Olocene. Dapprima, iniziò un periodo di scompiglio climatico durato tre secoli (150-450 d.C.), che proporrei di chiamare Periodo romano di transizione. Nei momenti cruciali, l’instabilità del clima mise alle strette le riserve energetiche dell’impero, interferendo drammaticamente con il corso degli eventi. Successivamente, dalla fine del V secolo, si avverte una decisiva e concitata riorganizzazione climatica che culminerà nella Piccola glaciazione della Tarda Antichità. Una spasmodica attività vulcanica negli anni trenta e quaranta del VI secolo innescò il periodo piú freddo di tutto il Tardo Olocene. Contemporaneamente, il livello di energia proveniente dal Sole calò progressivamente al punto piú basso registrato in svariati millenni. Come vedremo, il deterioramento del clima fisico coincise con una catastrofe biologica senza precedenti che travolse quanto ancora restava dello stato romano”

Un altro spunto interessante che raccoglie una serie di documenti e testimonianze del rapporto tra clima e salute si trova a questo link: https://circulatingnow.nlm.nih.gov/2023/04/20/nlm-collections-tour-climate-and-health/

La National Library of Medicine detiene una vasta collezione di materiale che testimonia la storia degli investimenti federali nella ricerca sul clima e la relazione tra clima e salute, che può contestualizzare la ricerca attuale oltre agli impegni federali e correlati su questo tema. La storia riflessa da queste collezioni dimostra come 200 anni di ricerca e rendicontazione accurati e deliberate abbiano preceduto la ricerca moderna e basata sui dati di oggi per consentire agli scienziati del clima di studiare i dati climatici e parlare in modo autorevole del cambiamento climatico in relazione ai suoi impatti umani e ambientali.