
Carpi), si svilupparono la medicina e la biologia moderne.
Nicolò Leoniceno è uno dei medici più celebri della sua epoca; particolarmente importante la traduzione degli Aforismi di Ippocrate e le note critiche a Plinio (Plinii et aliorum doctorum, qui de simplicibus medicaminibus scripserunt, errores notati, 1492); molta fortuna ebbe il suo Libellus de epidemia quam vulgo morbum gallicum vocant (1497).
Nacque a Lonigo, in provincia di Vicenza, nel 1428 e mori a Ferrara nel 1524. Iniziò gli studi a Vicenza e li continuò a Padova, dove insegnò anatomia. Da Padova passò ad insegnare a Bologna ed, infine, a Ferrara, dove la sua attività di maestro si protrasse per 60 anni, ossia sino alla morte. Latinista e grecista principe, tradusse egregiamente in latino le più importanti opere del Corpo ippocratico e di Galeno corredandole di commenti colmi di dottrina. Fu galenista convinto ed avversò tutta la medicina araba ed Avicenna in particolare.
Nel 1497 pubblicò il Libellus de epidemia, quam vulgo morbum gallicum vocant (Opuscolo sull’epidemia che volgarmente è detta mal francese) nel quale sostiene che la sifilide si trovava già descritta in Ippocrate ed in Galeno, che, per lui, era «principe di tutti i medici».
Tanto fedele fu ai due grandi Maestri della medicina antica, quanto arditamente originale e coraggioso fu nel denunciare gli errori degli antichi in botanica ed in anatomia con il suo dissacrante Plini et aliorum auctorum qui de simplicibus medicaminibus scripserunt errores notati (Denuncia degli errori di Plinio e di altri autori che scrissero sui medicamenti semplici) che, pubblicato nel 1492, scandalizzò la cultura ufficiale e suscitò un’ondata di controversie e di polemiche. In esso, che è l’opera più importante, Leoniceno denuncia gli errori compiuti in botanica ed in anatomia non solo da Plinio, ma anche da Teofrasto, da Mondino de Liuzzi, da Avicenna e da numerosissimi altri.
Con quest’opera egli si colloca fra gli iniziatori di quella rivolta contro l’autorità degli antichi, che culminerà nella grande rivoluzione scientifica del Seicento, dalla quale nacque la scienza moderna e contemporanea in tutte le sue branche.