Addison e il Bacchino di Caravaggio

La diagnosi su tela proposta dal prof. Zamboni sulla malattia di Addison del  Bacchino di Caravaggio


La malattia, o morbo, di Addison (nota anche come insufficienza surrenalica primaria o iposurrenalismo) è una malattia rara che riguarda due piccole ghiandole, chiamate surrenali, che si trovano sopra i reni e producono due ormoni essenziali: cortisolo e aldosterone.
Nella malattia di Addison, le ghiandole surrenali sono danneggiate e non producono una quantità adeguata dei due ormoni.
Non si conosce l’esatta causa del morbo di Addison ma nel 70% delle persone si riscontra un interessamento del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) che attacca e distrugge lo strato più esterno della ghiandola surrenale (la corteccia), interrompendo la produzione degli ormoni steroidei, aldosterone e cortisolo.

Prende il nome da Thomas Addison, medico inglese, nato a Long-Benton, presso Newcastle-on-Tyne nel 1793, morto a Brighton nel 1860, considerato uno dei “grandi medici” del Guy’s Hospital di Londra che identificò la malattia nel 1849 descrivendola come «uno stato morboso devastante», contrassegnato da «anemia, languore, astenia», da «consunzione del corpo» e da cute «come sporca e annerita dal fumo» (colorito bronzino), che all’autopsia risultava caratterizzato dall’atrofia o tisi delle ghiandole surrenali.

Addison divenne professore di materia medica a Londra nel 1827: fu successivamente professore di medicina pratica insieme con Bright. Pubblicò: Elements of Practice of Medicine (1839); On disease of the suprarenal Capsules (1855). I suoi lavori sono stati riuniti sotto il titolo: A collection of the Published Writings, ecc. (1868). Viene ricordato come uno dei fondatori dell’endocrinologia. 
Maggiori dettagli sulla vita e sull’opera di Addison sono disponibili in questo articolo https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1079500/

Proprio queste sono le caratteristiche che si possono trovare nel Bacchino di Caravaggio, come descrive Paolo Zamboni, un medico appassionato d’arte, nel volume Nascoste sulla tela: “Il Bacchino è un dipinto dove la sofferenza e la malattia sono facilmente percepibili e come tali tramandate nella storia dell’arte a partire dal titolo. Quello che balza subito all’occhio a una prima osservazione è l’aspetto «poco sano» della cute”. Zamboni esamina il dipinto in modo molto puntuale e invita il lettore stesso a “fare un gioco di intelligenza artificiale applicato alla Medicina” digitando sui motori di ricerca i sintomi descritti: il risultato è appunto la malattia che sarà descritta da Addison a metà dell’Ottocento.

Oggi la malattia viene curata somministrando gli ormoni mancanti (terapia sostitutiva). In questo modo, i disturbi possono essere ampiamente alleviati. La maggior parte delle persone, infatti, vive una vita normale, con poche limitazioni.

Gli studi di Thomas Addison sulle ghiandole surrenali fondano all’epoca una tradizione metodologica, particolarmente forte all’interno della tradizione endocrinologia, che integra metodologicamente clinica e patologia sperimentale.

L’arte nei luoghi di cura: una terapia per l’anima

ospedale di mantova: Studenti e artisti dipingono un muro di 295 metri. concluso il progetto di street art che ha gettato un ponte verso la comunità

Di Elena Miglioli, responsabile Ufficio stampa e comunicazione Asst Mantova

Nell’epoca Covid, che ha rivendicato la sacralità e il potere degli sguardi sopra le mascherine, ci sono anche i loro occhi. Gli occhi dei grandi artisti che hanno scritto una pagina memorabile della storia di Mantova: Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti, Giulio Romano, Claudio Monteverdi. E altri ancora. Ti osservano misteriosi e quasi imploranti dal muro che costeggia il parcheggio dell’ospedale di Mantova. Sembrano dire a te, proprio a te che passi in questo istante: fermati e contempla la bellezza che può salvare il mondo, come a giusto titolo ipotizzò Dostoevskij. Quella bellezza che se non arriverà a salvare il mondo, lo renderà almeno migliore. Trasfigurando la sofferenza, i disagi, i limiti e la finitezza umana.

Lo scorso ottobre è stato completato il progetto Wallart, che a partire dal 2012 ha visto impegnati gli studenti del liceo artistico di Mantova e Guidizzolo, nonché dell’Accademia Laba di Brescia – coordinati da popolari street artistis – nella realizzazione di un’opera muraria di grande valore da molti punti di vista. Un muro di 295 metri che, anziché separare, ha unito la comunità all’ospedale cittadino, coinvolgendo partner privati e istituzioni. Sì, la forza dell’arte sa trasformare un muro in un ponte. E può, a suo modo, curare. È una terapia che raggiunge direttamente l’anima dei malati. E anche degli operatori sanitari, perché tutti quanti hanno ferite aperte.

Sul primo tratto del muro compaiono i volti dei Nobel italiani Mario Capecchi, Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco e Salvador Luria, tratteggiati dl collettivo artistico Orticanoodles. Sul secondo, una frenetica Mantova, con alcuni dei suoi personaggi storici e dei luoghi più suggestivi, secondo la visione di Cristian Sonda. Poi scorci architettonici della città a cura di Cristian Sonda. Infine, gli artisti mantovani nei secoli, pensati da Davide Tolasi.

Da anni Asst Mantova parla questo linguaggio. La collaborazione con il mondo della scuola ha permesso ai ragazzi di portare il loro contributo e una ventata di freschezza in vari reparti. Gli interventi di decorazione all’Hospice, in Neuropsichiatria Infantile, nelle mense ospedaliere sono stati preceduti da incontri di sensibilizzazione in aula con i professionisti dell’azienda. Prima di impugnare i pennelli, gli adolescenti hanno riflettuto sul dolore, sulla malattia terminale, sull’epilessia, sul rapporto fra cibo e salute. Per poi esprimere il proprio talento, alla luce di una nuova consapevolezza. Sono stati idealmente al fianco dei camici bianchi, ciascuno al suo posto. Ciascuno insostituibile. “C’è un lavoro comune, un compito per ognuno. Ogni uomo al suo lavoro”, ci ricorda Eliot.

L’ultimo nato nel solco dell’arte nei luoghi di cura risale al gennaio di quest’anno. Si tratta dell’adesione alla rete italiana di Ospedali dipinti, che si propone di rendere più accoglienti i reparti. E che grazie alla generosità dei cittadini ha trasformato la Terapia Intensiva Neonatale del Carlo Poma in un bosco da favola, con il tocco del pittore di fama internazionale Silvio Irilli.

Gli occhi degli artisti che ci scrutano dal muro dell’ospedale, e che come Re Mida nei secoli tramutarono in oro ciò che toccavano, sono gli stessi degli studenti, degli operatori e dei malati. Sono gli occhi di tutti. E ci insegnano che il significato più profondo dell’atto di dipingere, scolpire, comporre musica, progettare palazzi e cattedrali o stare al letto di un malato è in fondo lo stesso: prendersi cura della realtà.

Un tour virtuale sulla nutrizione

La National Library of Medicine (NLM) ha realizzato un tour virtuale https://circulatingnow.nlm.nih.gov/2022/05/19/nlm-collections-tour-nutrition/ contenente materiali che esplorano la ricerca e l’educazione sulla nutrizione di cui il nostro corpo ha bisogno per rimanere in  salute.

Queste raccolte documentano come le persone hanno cercato di mantenere o migliorare la loro salute: sono una testimonianza della ricerca e delle raccomandazioni di scienziati, professionisti medici e funzionari della sanità pubblica su come mangiare bene e vivere uno stile di vita sano.

La prevenzione basata sulla dieta è un concetto radicato nella storia della medicina, a tutte le latitudini. Le medicine tradizionali di tutti i continenti conoscono le proprietà salutari e potenzialmente nocive degli alimenti in relazione al benessere generale dell’organismo e dei singoli organi.

È stato proprio Ippocrate a definire l’importanza della dieta, o meglio, di una vita sana nel trattato De diaeta: «dieta» o «regime», il nome e il concetto trascendono il significato riduttivo odierno di «alimentazione», comprendendo anche l’esercizio fisico, l’attività ginnastica, l’attività sessuale, il lavoro, il riposo, le pratiche depurative (lavative, vomitive, purgative). L’alimentazione vera e propria è correlata alla qualità dei cibi (riscaldanti, rinfrescanti, umidi, secchi), alla varietà e sobrietà, alla costituzione e condizione umana, alla stagione dell’anno e della vita.

Contenuti ripresi anche dalla Scuola Medica Salernitana nel Regimen Sanitatis Salernitanum, che espone le indicazioni per tutto ciò che riguarda le norme igieniche, il cibo, le erbe e le loro indicazioni terapeutiche