L’opera del Corpo ippocratico meglio conosciuta e più ampiamente diffusa durante tutto il Medio Evo greco e latino, ed ancor oggi una delle più meritamente famose sono gli Aforismi
L’ultimo aforismo dell’ultima sezione dice: «Le malattie che i farmaci non riescono a curare sono curate dal ferro (bisturi). Quelle che il ferro non riesce a curare vengono curate col fuoco. Quelle che il fuoco non cura si debbono giudicare incurabili». Confortati dall’autorità di Ippocrate tutti i medici dall’antichità al Medio Evo e dal Medio Evo al Rinascimento fecero abbondantissimo ricorso al fuoco, ossia, appunto, alla c., la cui tecnica era stata portata ad un grado eccelso di perfezione soprattutto dagli Arabi.
Il divieto imposto dal Corano di incidere corpi ed il quasi connaturato rifiuto del contatto con il sangue, tipico della cultura islamica, fecero sì da un lato che nel campo dell’anatomia e della chirurgia con il ferro la medicina araba non desse praticamente nessun apporto, limitandosi a ripetere quanto ereditato dalla medicina greca; dall’altro che gli Arabi sviluppassero, appunto, la cauterizzazione, ossia un tipo di intervento chirurgico che soddisfacesse contemporaneamente alle tre esigenze fondamentali: curare la malattia, non tagliare con il ferro e non entrare, quindi, in contatto con il sangue. Dei tre scopi per i quali si ricorreva alla cauterizzazione, il primo, il revulsivo, mirava ad ottenere un aumento dell’afflusso del sangue verso il punto cauterizzato (ciò accentuava i processi reattivi e realizzava una decongestione degli organi interni sotto la zona trattata col fuoco); il secondo, la cosiddetta dieresi incruenta, ossia divisione, apertura senza spargimento di sangue consentiva, tramite un cauterio a forma di coltello, di dividere i tessuti come con un bisturi, ma tramite un’incisione senza versamento di sangue e la si usava, quindi, nella cura di favi, flemmoni, ecc.; il terzo, l’emostatico, mirava ad arrestare le emorragie, soprattutto provocate da ferite. Mentre per il primo scopo la cauterizzazione è attualmente usata solo nell’ambito della veterinaria, ad essa si fa ancora ricorso nel secondo e nel terzo caso, sia pur ricorrendo a cauteri ben più moderni.
Nell’immagine: Un medico militare esegue la cauterizzazione di una ferita alla coscia di un soldato. Da notare la forma particolare del cauterio a placca, mentre nel braciere se ne sta scaldando un altro a forma di piccola ascia. La tavola illustra un passo dei Tacuina sanitatis (Taccuini della salute) dell’arabo ibn-Butlan nell’edizione francese del 1532.