Luoghi di Cura

i luoghi della cura al centro di un ciclo di seminari

di Elena Franco, Architetto e fotografa, ideatrice della ricerca fotografica “Hospitalia”

I complessi ospedalieri sono spesso accomunati da una storia che ha le proprie radici nel Medioevo e che testimonia come cura e accoglienza siano, da sempre, uno dei pilastri su cui si fonda la civiltà europea.

Luoghi di scienza e di pensiero, città nelle città, sono stati centri di innovazione, ma anche di solidarietà, di cui hanno perfezionato i meccanismi.

Raccontano la storia delle donne e degli uomini che, nel corso dei secoli, si sono impegnati per stare accanto ai più fragili, a coloro che soffrono, dando loro un sostegno materiale, spirituale e preoccupandosi della salute dei singoli individui e della collettività.

Sono luoghi in cui l’arte ha sempre avuto un ruolo centrale nel processo di cura, che metteva al centro la persona nella sua interezza di corpo e spirito.

Negli ultimissimi anni, si è sviluppata una riflessione sugli antichi ospedali, promossa anche dal progetto fotografico Hospitalia. Nella maggioranza dei casi gli edifici hanno cambiato uso e destinazione o sono alla ricerca di un destino, perdendo totalmente il legame con la propria storia, intesa come ruolo civico, rilevanza sociale, peso economico. Anche dove l’edificio ospiti ancora funzioni assistenziali e collezioni, non sempre il patrimonio culturale è adeguatamente valorizzato.

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Ma sono sempre più numerosi gli esempi di progettualità collegate alla tutela e promozione del patrimonio storico da parte di alcune realtà sanitarie italiane ed europee: si ricorda in particolare l’Associazione ACOSI, che riunisce una decina di ospedali in Italia e raccoglie la sfida di un modello organizzativo per la gestione e tutela di questo patrimonio.

Valorizzare il patrimonio storico delle strutture sanitarie – i Luoghi di Cura, come nel ciclo di Seminari organizzato dal Centro Studi Medical Humanities dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria – significa riflettere su questi edifici come contenitori di vite ma anche come strumento di aggregazione e orgoglio.

Pompeo Martelli, Responsabile Laboratorio Museo della Mente Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 1, sarà il primo relatore nell’appuntamento del 10 maggio. Il Museo Laboratorio della Mente della ASL Roma 1 è un museo di narrazione che ha l’obiettivo di documentare la storia dell’istituzione manicomiale e di elaborare una costante riflessione sul paradigma salute/malattia, sull’alterità, l’inclusione sociale, sulla politica delle cure e delle culture, sul coinvolgimento della comunità.

Va evidenziata – in questo percorso – l’importanza della consapevolezza, intesa come elemento fondamentale nella comprensione della progettualità complessiva: le opere non hanno valore rilevante e autonomo e i capolavori sono pochi. La differenza è posta nella storia di ogni oggetto, che riveste grande interesse in quanto “fonte” da interpretare e comprendere.

Il patrimonio culturale, una volta conosciuto, viene messo a disposizione di medici e personale sanitario in generale, studenti e studiosi della materia, ma anche cittadini più in generale, oltre che essere valorizzato anche con le nuove formule e con i nuovi strumenti di comunicazione che la tecnologia oggi mette a disposizione. Tra gli obiettivi ci si attende anche la “fidelizzazione” del personale, la creazione di un senso di appartenenza nei dipendenti, ma anche la sensibilizzazione dell’Amministrazione a un settore che di frequente appare superfluo.

Foto di Elena Franco https://www.policlinico.mi.it/beniculturali

Il progetto Hospitalia nasce come approfondimento di quegli aspetti più legati alle discipline umanistiche in medicina, così come si sta definendo nel campo delle medical humanities.

Rileggere questi luoghi contribuisce al dibattito sulla cura del futuro: se la guarigione non può essere data per scontata, esiste un diritto alla cura – fisica e spirituale – e un’arte della cura (ars curandi) che debbano guidarci nelle scelte di evoluzione della nostra società di fronte alle questioni etiche che la medicina ci porrà. E che, allo stesso modo, esista la necessità di allargare il campo della cura al Pianeta, così come da sempre hanno fatto le donne e gli uomini impegnati nella gestione ospedaliera con il sistema dei beni rurali ad essi collegati.

Eleonora Gerbotto, direttore Fondazione per l’Architettura/Torino, chiuderà il ciclo dei Seminari. Qui una immagine del nuovo progetto della Fondazione per l’architettura / Torino, per vivere l’esperienza di cura in luoghi di cultura ad architettura intensa, promosso in collaborazione con il Circolo del Design, ARTECO, ASL Città di Torino e l’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Torino, inserito all’interno del percorso sperimentale Well Impact della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Qui l’elenco completo dei prossimi appuntamenti:

Pompeo Martelli, Responsabile Laboratorio Museo della Mente Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 1

Ricordare il futuro

Marco Cilione, ricercatore Università di Modena e Reggio Emilia

I luoghi di cura nella storia   

Vincenza Ferrara, direttrice del Laboratorio di Arte e Medical Humanities della Sapienza – Università di Roma

L’arte e la rappresentazione dei luoghi nella cura 

Elena Franco, architetto e fotografa. Ideatrice della ricerca fotografica “Hospitalia”

Ars Curandi: l’ospedale e la comunità che cura   

Eleonora Gerbotto, direttore Fondazione per l’Architettura

Luoghi di cura e cultura  

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