L’opoterapia è – nella definizione della enciclopedia Treccani – una terapia ‘sostitutiva’ di una data sostanza. Riguarda generalmente l’uso di ormoni allo scopo di ripristinarne livelli fisiologici, in caso di ipofunzione della ghiandola endocrina responsabile. Rispetto al passato in cui l’opoterapia si basava esclusivamente sulla somministrazione di estratti di organi di animali (tiroide, pancreas ecc.), oggi si impiegano composti purissimi prodotti grazie alle tecniche del DNA ricombinante (insulina, gonadotropine ecc.).
Definita anche organoterapia è un’antica terapia medica che consisteva nella somministrazione al malato, per via orale o per via ipodermica, di pozioni preparate con estratti di succhi di organi. Con questo metodo terapeutico si intendevano curare, in particolare, insufficienze funzionali di ghiandole e altri organi, come reni e fegato, e si somministravano i succhi prelevati dall’organo o dalla ghiandola omonima di un animale. Oggi questo metodo è stato soppiantato dalla pratica dell’ormonoterapia, diffusasi con la scoperta delle secrezioni endocrine, la quale utilizza ormoni purificati o sintetici. Il termine stesso “opoterapia” è diventato sinonimo di “ormonoterapia”
L’opoterapia ebbe fin dai tempi preistorici un precursore, la Organoterapia, di cui vale la pena di citare qualche esempio tratto dalla letteratura antica medica e non medica. La mitologia greca ci tramanda che il centauro Chirone somministrava al giovinetto Achille midollo di leone per dargli la forza e il coraggio del re degli animali. Giovinette romane mangiavano mammelle di animali per ottenere seni prosperosi e la controparte maschile di diversi popoli si nutriva di testicoli di gallo o di cinghiale per aumentare la potenza virile. Molti bevevano sangue di animali nel corso dei secoli per combattere l’anemia.

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Si può dire che, dopo Galeno la maggior parte di queste usanze cadde in totale abbandono. L’organoterapia si riaffacciò alla ribalta per breve tempo quando Paracelso affermò che l’assunzione di cuore, polmoni e milza di animali sani era benefica alla salute e Cardano consigliò l’uso di testicoli di animali per vincere l’astenia della convalescenza.
Il momento di svolta, che portò alla ribalta in medicina gli estratti di organi animali, fu rappresentato dalla pubblicazione degli studi compiuti da Claude Bernard, teorico dell’ “ambiente interno”. Bernard, infatti, ipotizzò l’esistenza di un sistema chiuso, autoregolato dal singolo vivente attraverso sostanze liberate all’interno dagli organi, studiando il funzionamento del fegato e dei suoi secreti.
La strada parzialmente già tracciata dal Bernard fu poi seguita anche dal suo successore alla cattedra di medicina sperimentale presso il Collège de France: Charles Édouard Brown-Séquard. Grande osservatore e sperimentalista in vari ambiti, contribuì in buona parte all’allargamento delle conoscenze sul sangue, sul sistema nervoso e sulla fisiologia degli animali e umana. È stato il primo scienziato a lavorare sulla fisiologia del midollo spinale e una sindrome riguardante la tematica ha preso il suo nome. Nel 1889, formulò l’ipotesi della secrezione endogena integrativa per consentire un’organoterapia; non è un caso se Brown-Sequard viene considerato uno dei padri della endocrinologia moderna dato che intuì l’esistenza di sostanze in grado di svolgere il compito di controllori e di regolatori fisiologici (ormoni), per di più secrete dall’organismo stesso.
Subentrato nel 1878, questo intraprendente fisiologo, ispirato dai lavori di Arnolph Berthold sui galli castrati, decise di sperimentare su sé stesso l’effetto dell’estratto testicolare di cavie e di cane, iniettandolo sottocute. I risultati dello studio furono giudicati per l’epoca scandalosi: improvvisamente un uomo di 72 anni sosteneva di sentirsi ringiovanito e rinvigorito, sia nel corpo che nello spirito, tanto da riprendere le sue funzioni sessuali. I colleghi del Collège de France non tardarono a deridere e a sminuire il lavoro del fisiologo, criticandolo di essere rimasto vittima dell’autosuggestione, mentre un po’ ovunque venivano creati rimedi ciarlataneschi sotto il nome di “Elisir di Brown-Séquard” e l’estratto testicolare fu relegato al trattamento della nevrastenia come autosuggestivo, alla stregua delle Pillole Pink o della Cintura Elettrofor. Anche a livello internazionale la pubblicazione dello studio nel 1889 fu recepita in maniera altalenante a causa dell’argomento tabù. Successivamente però fu accettata con entusiasmo dai medici statunitensi, soprattutto in seguito alla conferma dell’efficacia del metodo da parte del Brainerd e dell’Hammond, e fu avviata la produzione di estratto testicolare su larga scala in Germania, Russia e Ungheria. L’osservazione sull’efficacia dell’estratto testicolare da parte di Fritz Pregl pose le basi per l’indagine sull’effetto dell’estratto di ovario nella donna e portò i fisiologi ad interessarsi di quegli organi umani che all’epoca si pensava non avessero una funzione ben definita, come tiroide, pancreas e surrene.