Restituita al pubblico la Biblioteca Lancisana ideata da Giovanni Maria Lancisi nel 1714
Nel luglio 2021 ha riaperto al pubblico la Biblioteca Lancisiana di Santo Spirito in Saxia a Roma, a seguito di lavori di consolidamento strutturale e di restauro conservativo che hanno riportato all’antico splendore un patrimonio unico nel suo genere, grazie ad un finanziamento della Regione Lazio di oltre 4,5 milioni di euro alla ASL Roma 1. Il restauro ha permesso di recuperare l’affresco sulla volta della sala di lettura, un’opera del XVIII secolo attribuita a Gregorio Guglielmi, e di portare a compimento gli interventi di miglioramento statico, della volta, del tetto, della pavimentazione e degli impianti.
La pulitura e l’attenta osservazione dello stato di conservazione di tutte le superfici della biblioteca, comprese le scaffalature lignee, ha consentito il ripristino del patrimonio bibliografico custodito in un deposito temporaneo, il riposizionamento dei cartigli e i coronamenti rimossi, nonché il ripristino di alcune porzioni lacerate delle reti metalliche delle ante delle scaffalature, oltre che la rimessa in funzione del binario su cui scorre lo sportello segreto sul lato est della sala lettura.
La Biblioteca Lancisiana, incastonata nel loggiato superiore del cinquecentesco Palazzo Commendatore, fu fondata nel 1711 da Giovanni Maria Lancisi, illustre medico e archiatra pontificio, e venne inaugurata il 21 maggio 1714. I suoi armadi, creati dall’architetto Tommaso Mattei, arredano la sala di lettura che conserva due globi del XVII secolo di Vincenzo Coronelli, dove la conoscenza geografica si arricchisce di cartigli, figure, stemmi e dettagli di straordinaria erudizione. qui il video https://youtu.be/O2brPCZOCzY
La Biblioteca custodisce una collezione di circa 19.000 volumi, suddivisi in tre fondi principali (Fondo Lancisi, Fondo Severino e Nuove Acquisizioni) tra cui incunaboli, circa 1600 cinquecentine, numerose edizioni del ‘600, del ‘700 e dell’800 e manoscritti risalenti ai secoli XIV-XIX. In questa preziosa raccolta spicca il codice miniato Liber Fraternitatis Sanctis Spiritus in Saxia de Urbe, con migliaia di firme autografe di Papi, Re, nobili e popolani di tutto il mondo cristiano che entravano a far parte della Confraternita Ospitaliera di Santo Spirito, divenendo benefattori a vita dell’Ospedale.
Il Complesso Monumentale di Santo Spirito in Saxia, eretto sulle rovine della villa di Agrippina Maior, costituisce il più rilevante insieme di edifici quattrocenteschi romani ed è inserito nel network di ACOSI (Associazione Culturale degli Ospedali Storici Italiani) come uno dei più prestigiosi ospedali d’Europa, che ha segnato nei secoli un modello di accoglienza, assistenza e cura della persona, oltre che di formazione e storia della medicina.
Lancisi ebbe l’idea della creazione di una Biblioteca fin dal 1711, sebbene essa venne appunto inaugarata tre anni dopo, alla presenza del Pontefice Clemente XI, accompagnato da Porporati, da Prelati, da Letterati di tutta Roma. L’inaugurazione della Biblioteca fu anche l’occasione della presentazione delle Tavole Anatomiche di Bartolomeo Eustachio, illustrate da Lancisi con prefazione e note. Lancisi, pensando che la Biblioteca sarebbe stata la sede della istituenda Accademia, tra le disposizioni lasciava scritto: “XI – Bramo inoltre che il Bibliotecario vada eccitando congressi, e particolarmente le Accademie pubbliche di Anatomia, di Medicina e di Cirurgia, facendole fare almeno due volte al mese dai Medici Assistenti, dai Cirurgi Sostituti, e dai Giovani più abili”. Nella sede della Biblioteca, il 25 aprile del 1715, venne inaugurata l’Accademia di Medicina e Chirurgia, con l’intervento di Lancisi che recitò un discorso su «De recta medicorum Studiorum ratione», presentando la figura del Medico perfetto. Lancisi riteneva che non vi fosse argomento più degno di essere trattato e, per la sua esperienza di più di quarant’anni, egli poteva ben dare consigli in proposito. E concludeva che la medicina non s’impara in breve tempo: Ars longa, Vita brevis. Che l’ignoranza dei medici arreca grave danno alla società, che per loro è necessaria la conoscenza della lingua greca per l’interpretazione dei termini scientifici, e la conoscenza della lingua latina, perché questa è la lingua di tutti i Dotti del mondo.

Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
Giovanni Maria Lancisi nacque a Roma nel 1654 e morì nella città natale nel 1720. Dopo aver compiuto gli studi letterari, si dedicò a quelli della medicina e conseguì la laurea nel 1672. Nel 1685 ebbe la cattedra di anatomia alla Sapienza e, durante la sua intensa attività di docente, cooperò con estrema intelligenza alla riforma degli studi medici. Raggiunse grande celebrità, tanto che, oltre ad essere stato medico personale di tre papi, Innocenzo X, Innocenzo XII e Clemente XI, venne da quest‘ultimo nominato Archiatra pontificio e priore del Collegio medico. Non fu solo grande anatomico e genialissimo fisiologo, ma fu anche il benemerito editore delle Tavole anatomiche di Bartolomeo Eustachi. Nel campo dell'anatomia, particolarmente notevoli furono le sue osservazioni sul cuore e la scoperta delle strie longitudinali del corpo calloso del cervello. Importanti i suoi contributi alle ricerche sulla peste bovina, cui dedicò un De peste bovilla (Sulla peste bovina), pubblicato a Roma nel 1712: nell’opera, al contrario di coloro che sostenevano ancora le ragioni dell'antico umoralismo, affermò la possibilità della trasmissione della malaria per mezzo delle zanzare, incoraggiando la bonifica delle paludi nell'Agro Pontino e nel successivo De noxiis paludum effluviis eorumque remediis (1717) egli sosteneva che la malaria fosse una vera pestem, e che la sua origine fosse un'infezione trasmessa attraverso il contagio. Importante il De motu cordîs et aneurysmatibus (Sul movimento del cuore e sugli aneurismi), pubblicato postumo a Roma nel 1728.