L’ESAME DELLE URINE COSTITUÌ PER SECOLI IL MEZZO DIAGNOSTICO PER ECCELLENZA
Come mai così tante immagini nella storia rappresentano un medico che esamina una provetta? Si tratta di una delle più importanti materie che il medico doveva assolutamente dominare: l’uroscopia.

Come la parola etimologicamente dice (gr. okron =urina+skopéo = osservo, analizzo) l’uroscopia è l’esame delle urine che, insieme all’osservazione del polso, costituì per secoli—dal Corpo ippocratico in poi—il mezzo diagnostico per eccellenza, cui il polso si affiancò solo più tardi, ossia dopo che – secondo la tradizione – Prassagora di Cos nella seconda metà del sec. V a.C., ebbe scoperto la pulsazione arteriosa.

Sui diversi aspetti delle urine (colore, densità, sfumature, trasparenza, nebule e relative diverse forme e configurazioni ecc.) si composero centinaia di trattati di diagnostica il più celebre e celebrato dei quali fu quello di Giovanni Attuario. Egli spinse l’osservazione molto più di là dei suoi predecessori e poco si è aggiunto nei secoli a venire, fintantoché l’urinoscopia fu utilizzata; spesso l’esposizione è troppo prolissa e si addentra in particolari futilissimi, ciò nonostante deve essere considerata come la migliore opera antica sulle urine. Il trattato non è mai stato stampato in greco; fu tradotto in latino da Ambrogio Leone e dato alle stampe con il titolo De urinis a Parigi nel 1548.
All’uroscopia, sebbene nella tradizione antica e medievale presenti una vasta parte priva di qualsiasi valore, dobbiamo riconoscere, almeno a livello di intuizione generale, qualcosa di vero, se ancor oggi in molti casi l’esame delle urine è non solo utile, ma necessario, anche se eseguito con ben altri mezzi, in ben altri modi e con diversa prospettiva scientifica.

Un esempio su tutti è dato dal diabete: medici dell’antico Egitto e dell’India furono in grado di diagnosticare il diabete nei loro pazienti dall’eccesso di zucchero contenuto nell’urina più di 3.500 anni fa. La diagnosi richiedeva l’assunzione di una bevanda nociva. In effetti, il diabete è stata una delle prime malattie ad essere descritte. Un antico manoscritto egiziano risalente al 1500 a.C. descrive la malattia come “un eccessivo svuotamento dell’urina”, mentre nel 50 a.c. Susruta, famoso medico e chirurgo indiano, descrive casi di persone che urinavano molto e la cui urina attraeva le mosche ed era di sapore dolce.
L’uroscopia fu incoraggiata da Ippocrate (460-377 a.c.) e i suoi allievi credevano che l’urina fosse un prodotto di scarto attraverso il quale il corpo cercava di liberarsi della sostanza peccante causata dalle malattie. Il colore, la trasparenza, la torbidità e altre caratteristiche dell’urina offrivano una finestra su ciò che stava accadendo all’interno. “Quando le bolle si depositano sulla superficie dell’urina, indicano una malattia dei reni”, recita uno degli Aforismi Ippocratici.

Nel VII secolo, il medico bizantino Teofilo scrisse un libro molto popolare sull’uroscopia che descriveva in dettaglio come diagnosticare una varietà di malattie attraverso l’urina.
Circa 300 anni dopo, l’influente medico arabo Isaac Judaeus sviluppò un complicato diagramma di flusso che sosteneva potesse determinare ogni malattia conosciuta, con più di 20 tonalità di urina tra cui scegliere. Il grafico divenne un grande successo tra i medici medievali.

Questi diagrammi di flusso noti come ruote dell’urina sono diventati per secoli un’inclusione standard nei testi medici, specialmente durante il Medioevo, quando l’interesse per l’uroscopia raggiunse il picco. A quel punto, era ampiamente riconosciuto che alcune malattie alteravano notevolmente il colore, l’odore e il sapore dell’urina. L’analisi visiva dell’urina divenne una pratica medica così praticata che l’immagine archetipica di un medico che reggeva fino alla luce una fiaschetta di vetro a fondo tondo piena di urina, nota come matula, divenne il simbolo della professione medica.

Pousson, A.

Oltre alle malattie, l’urina è stata utilizzata anche per determinare la gravidanza. Un testo risalente al 1552 spiega che l’urina di una donna incinta era di un “chiaro color limone pallido tendente al bianco sporco, con una nuvola sulla sua superficie”.


Juncker, Justus, 1703-1767.
La valutazione sensoriale delle urine terminò tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, sostituita dall’analisi chimica.