«Ora mi sciolga Ella il dubbio – scrisse Lombroso a Dossi – e così mi metta in grado di ringraziare un uomo a cui devo moltissimo e che non posso sapere chi sia, e che dovrebbe essere proprio Lei».
Ombre nella mente è un saggio narrativo scritto a quattro mani dalla storica della lingua Maria Antonietta Grignani e dallo storico della medicina Paolo Mazzarello (Bollati Boringhieri).
Due punti di vista che partendo da ambiti lontani convergono in un libro che racconta due biografie parallele convergenti a loro volta in storie e pensieri comuni. È una concatenazione di fatti e di vite.
Cesare Lombroso è nato a Verona nel 1835, è stato un medico, antropologo, filosofo, giurista, criminologo e accademico italiano. Lombroso, già da studente e prima di essere famoso, aveva grandi ambizioni intellettuali e lavorava ad un progetto per “riunione l’ideale al materiale” allo scopo di “formare una sintesi delle cognizioni umane”.
Carlo Dossi, esponente di spicco della Scapigliatura milanese è nato nel 1849 a Zenevredo, Oltrepò Pavese.
“Dossi iniziò gli studi di Giurisprudenza ma sempre con la mente rivolta alla letteratura. (…) Attratto dalle miserie, dalle piccinerie e dalle stramberie dei mondi con cui entrava in contatto, Dossi posava uno sguardo curioso anche sulla Facoltà di medicina e sui relativi docenti, forse per le condizioni della sua stessa salute, cagionevole. La piccola Pavia era un grande centro internazionale in quel genere di studi, una supremazia fiorita nella seconda metà del Settecento”
Il giovane rimane folgorato dall’opera di Cesare Lombroso L’uomo delinquente, una pubblicazione che conteneva categorie psicologiche impressionanti e osservazioni cliniche sul legame fra genio e follia.
Travolto dall’infatuazione per quelle idee, Dossi scrive a Lombroso esprimendogli la propria stima.
Fra i due si instaura uno strano legame epistolare destinato a mutare nel tempo.
Dapprima Dossi, fine umorista sensibile alle bizzarrie della mente, diviene suo collaboratore a distanza con l’invio dei più disparati testi letterari segnati dalla pazzia, contributi che l’alienista prontamente utilizza nelle sue opere. Poi Dossi sente l’esigenza di interpellare Lombroso come medico a cui inviare informazioni sulle proprie sofferenze psichiche. Il legame che si stabilisce è multiplo: alla complicità intellettuale si aggiungevano la collaborazione scientifica e la relazione medico-diagnostica.
In quella duplice posizione di soggetto d’osservazione e collaboratore scientifico, evidentemente, Dossi si sentiva a suo agio. La riconosceva come congeniale cercandola nel suo rapporto epistolare con Lombroso. Certamente condivideva le suggestioni di fondo dell’alienista, in particolare la credenza che «il genio» fosse «una varietà di pazzia». Del maestro approvava la tesi che «gli accessi geniosi e gli accessi maniaci» fossero di «eguale natura, esaltazioni entrambi dei nervi della intelligenza, colla differenza però che i primi sono produttivi e gli altri no».
Assorbite le teorie lombrosiane, Dossi si trasforma ben presto in una sorta di psichiatra in grado di formulare giudizi diagnostici, lo testimonia l’opera I mattoidi e con un originalissimo articolo scritto per la rivista di criminologia diretta da Lombroso.
Dopo vent’anni di conoscenza reciproca, soprattutto epistolare, i vari Dossi mutati nel tempo (collaboratore, paziente e scrittore-alienista) si unificavano finalmente in una figura singola, che trovava nella Grafologia di Lombroso una sistemazione precisa accanto ad altri geni un po’ matti, come Zola, Ariosto, Tolstoj e Schopenhauer. In fondo se il genio era una forma di pazzia, non doveva essere accertato, ma diagnosticato.
Dossi passava continuamente dalla posizione di paziente a quella di collaboratore. Lo sdoppiamento di ruoli gli era congeniale fin dalle prime opere, faceva parte della gioia che il mimetismo gli procurava. Così, appena trovava materiale interessante sul rapporto fra genio e follia, lo metteva da parte per l’amico Lombroso. In un sodalizio epistolare che si manteneva nel tempo grazie a sempre nuovi stimoli.
Ombre nella mente è il racconto dello strano rapporto fra Lombroso e Dossi – che finì per influenzare profondamente entrambi – sulla base di un epistolario inedito e di documenti finora rimasti nell’ombra. L’incantevole ricostruzione storica, da cui emergono molti dettagli spassosi, è anche il ritratto dell’esuberante atmosfera intellettuale dell’Italia ottocentesca.
Gli autori Maria Antonietta Grignani ha insegnato Linguistica italiana all’Università di Pavia, dove è stata direttrice del Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei. È autrice di numerose pubblicazioni, fra cui Retoriche pirandelliane (1993), La costanza della ragione (2002), Novecento plurale (2007), Lavori in corso (2008), Una mappa cangiante (2017), Montale e il canone poetico del Novecento (con Romano Luperini, 1998). Fra le sue curatele ricordiamo i romanzi nelle Opere di Beppe Fenoglio (1978) e Ernesto di Umberto Saba (2015). Paolo Mazzarello insegna Storia della Medicina all’Università di Pavia. Fra i suoi libri più recenti, tutti pubblicati da Bollati Boringhieri, ricordiamo: Il genio e l’alienista. La strana visita di Lombroso a Tolstoj (2005), Il Nobel dimenticato. La vita e la scienza di Camillo Golgi (2006 e 2019), Il professore e la cantante. La grande storia d’amore di Alessandro Volta (2009), L’erba della regina. Storia di un decotto miracoloso (2013), E si salvò anche la madre. L’evento che rivoluzionò il parto cesareo (2015).