L’ottocento e la scuola medica francese

Louis e Broussais: due approcci opposti

A Parigi, intorno al 1830, esistevano circa una trentina di ospedali con una capacità ricettiva di circa ventimila posti letto: erano circa cinquemila gli studenti che potevano ricevere una adeguata istruzione e questa ricchezza rappresentava all’inizio del solo uno dei fattori del progresso della medicina clinica, praticata in ospedale.
Uno degli esponenti che per primo è da ricordare nella Scuola medica francese è François Joseph Victor Broussais (1772-1838) che, seguendo le concezioni di Morgagni e di Bichat, tentò di appoggiare la clinica sul reperto patologico di un organo. Il suo tentativo fallì, in quanto secondo la teoria da lui concepita, tutte le manifestazioni morbose sarebbero prodotte da irritazioni più o meno forti dell’organismo: un’irritazione o infiammazione del canale intestinale (gastro-enterite) sarebbe il punto di partenza di molte malattie. L’unica terapia consigliata e adottata era il salasso, specialmente per mezzo di sanguisughe, terapia ai tempi fortemente criticata, in particolare da Samuel Hahnemann, il fondatore dell’omeopatia.

Louis e Broussais rappresentarono due poli estremi della scuola francese: uno con un approccio patologico alle malattie, il secondo con uno fisiologico. Broussais molto aggressivo con i suoi salassi, da Louis fortemente criticati.

Altro importante rappresentante della scuola francese fu Pierre-Charles Alexandre Louis (1787-1872), fondatore della statistica clinica, che indagò principalmente su due malattie allora molto diffuse: la tisi polmonare (1825) e la febbre tifoidea (1828) (la dizione nosografica di quest’ultima malattia spetta a lui), lasciando di entrambe un’interessante descrizione.
Il medico francese dichiarò la necessità che la clinica impiegasse il metodo numerico, cioè imparasse a usare il confronto aritmetico tra gruppi di casi elaborando tabelle che rendessero preciso il loro confronto. Louis promosse il “metodo numerico”, ovvero l’idea che nuove e valide conoscenze mediche potessero derivare da dati clinici aggregati: secondo le sue affermazioni, la medicina doveva evolvere sostituendo termini come ‘spesso’, ‘talvolta’ o ‘raramente’ con numeri.
Dove nasce l’interesse per la medicina quantitativa di Louis? Pare avesse studiato il lavoro dei matematici francesi, e in particolare i trattati sulla probabilità di Pierre-Simon Laplace (1749-1827). Inoltre, sia che studiasse l’efficacia del salasso, sia le cause dell’enfisema o della tubercolosi, Louis si preoccupava della validità dei confronti di gruppo e della qualità delle osservazioni su cui erano basati, e controllava la coerenza logica dei suoi risultati.

 

https://www.jameslindlibrary.org/articles/pierre-charles-alexandre-louis-and-the-evaluation-of-bloodletting/

https://openlibrary.org/authors/OL2559597A/Pierre_Charles_Alexandre_Louis

P.C.A.Louis (1787–1872): Introducing Medical Statistics in Pneumonology
Marianna Karamanou, Anna Karakatsani, Ioannis Tomos, and George Androutsos - University of Athens, Athens, Greece, https://doi.org/10.1164/ajrccm.182.12.1569 - PMID: 21159909

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