Virchow e la patologia cellulare

Rudolf Virchow (1821-1902), professore di anatomia patologica nell’università di Würzburg, pietra miliare nella storia della medicina contribuì con i suoi studi anche alle conoscenze sull’infiammazione, sui tumori, sulla tubercolosi, le leucemie, le embolie.

Nel 1855 formulò in modo ampio e comprensivo, il principio che «la cellula è realmente l’elemento morfologico ultimo di tutti i fenomeni vitali, così nel sano come nel malato, e da essa dipende ogni attività vitale».
La cellula rappresenta, quindi, il substrato della vita ed anche della malattia, poiché la malattia non è altro che la vita in condizioni modificate. Anche la «teoria della patologia cellulare» venne, però, formulata dal Virchow, come un completamento della concezione umorale galenica. Egli infatti ritenne che la causa della alterazione umorale, non ben chiarita dalla dottrina ippocratica e galenica, si potesse individuare in una primitiva alterazione anatomica e funzionale della cellula. Sorta dunque dall’anatomia, l’idea virchowiana si spinse nel campo della fisiologia ed in quello della patologia, per cercare nella cellula, che è la minima espressione del corpo umano, la sede della malattia. Con la scoperta del ruolo della cellula nelle malattie venne anche trovato un punto d’attacco per l’azione farmacologica nell’organismo. In altre parole si gettarono le basi per lo studio dei legami che si stabiliscono tra farmaco e componenti cellulari.
Nella revisione della patologia improntata al concetto base di alterazione anatomofisiologica cellulare, Virchow fece importanti ricerche sulla leucocitosi, sulla leucemia (1853), sulla trombosi e sull’embolismo (1845-1847), termini tutti da lui stesso creati. Il suo nome è legato alla patogenesi della trombosi, su cui pubblicò un trattato nel 1845, e ancora oggi mantiene la sua validità la cosiddetta “triade di Virchow”, secondo la quale la trombosi venosa è attribuibile alla presenza di tre eventi: riduzione del flusso del sangue, alterazione della parete del vaso sanguigno e ipercoagulabilità. Nel 1854 Virchow scoprì la mielina e più tardi si interessò al processo infiammatorio e fece interessanti ricerche sui tumori.

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