Johannes Peter Müller

In Germania, dove lo sviluppo scientifico si manifestò con ritardo rispetto alla Francia, a causa della persistenza dell’orientamento <romantico>, il primo grande esponente della fisiologia nel 1800 fu Johannes Peter Müller (1801-1858), romantico in gioventù e scienziato <esatto> nella maturità, la più grande personalità della biologia tedesca nella prima metà dell’Ottocento.
Müller fu un antesignano degli indirizzi su base rigidamente sperimentale che caratterizza la seconda meta dell’ottocento e i suoi sforzi furono sempre rivolti a spiegare meccanicamente i fenomeni vitali: effettuò importanti ricerche sulla respirazione fetale; distinse i secreti e gli escreti; osservò che la fibrina origina non dai corpuscoli, come si credeva, ma dal plasma e contribuì notevolmente alla conoscenza dell’angiologia, degli organi erettili in genere, del ganglio otico e di altri gangli nervosi. Ma il suo contributo di più ampia rilevanza fu la determinazione della <legge delle energie sensoriali specifiche o dell’irritabilita specifica>, che costituisce una delle quattro leggi fondamentali che presiedono al funzionamento del sistema nervoso afferente.

Müller scrisse un trattato di fisiologia umana, considerato come una delle prime opere di fondamentale importanza per lo studio di questa materia.

Alla sua scuola si formarono i maggiori scienziati, fisiologi e anatomisti tedeschi del secolo scorso, come Hermann von Helmholtz (1821-1894), Emil Du Bois-Reymond (1818-1896), Theodor Schwann (1810-1882), Friedrich Gustav Jakob Henle (1809-1885), Karl Bogislaus Reichert (1811-1883), Rudolf Virchow (1821-1902), Ernst Wilhelm Ritter von Brücke (1819-1892), Carl Ludwig (1816-1895), Ernst Haeckel (1834-1919), Moritz Schiff (1823-1896).

Lascia un commento