I chirurghi del Settecento

I maggiori esponenti della chirurgia francese nel Settecento furono: Gianluigi Petit, Giovanni David, Pier Giuseppe Desault, Francesco Chopart e Xavier Bichat.
Giorgio Mareschal fu chirurgo di Corte e famoso specialista in litotomie. Francesco Gigot de la Peyronie fu primo chirurgo del re e capo della chirurgia del regno; si rese celebre specialmente come esperto di chirurgia nel trattamento delle ferite addominali e delle ernie.
Giovanni Pichout de la Martiniére, presidente per 36 anni dell’Accademia reale, fu un abile chirurgo generale.
Gian Luigi Petit (1674-1750) è considerato uno dei migliori chirurghi del suo tempo, soprattutto in campo traumatologico. In anatomia lasciò il suo nome legato ad alcune formazioni quali il triangolo lombare e il canale della zona ciliare in vicinanza del cristallino. In terapia è nota una sua doccia per l’immobilizzazione della gamba. Ideò inoltre uno speciale torculare a vite per attuare l’emostasi; indicò l’incisione circolare in due tempi per l’amputazione degli arti; descrisse per primo il famoso «intervallo libero», sintomo caratteristico dei versamenti di sangue extradotali successivi a traumi cranici. Nel 1705 pubblicò il trattato sull’arte di guarire le malattie dell’osso, e dopo la sua morte uscì il «Trattato delle malattie chirurgiche» (1774).
Giovanni Pietro David (1737-184) studiò contemporaneamente al Pott la carie vertebrale, però la storia ricorda solo il nome di Pott, che venne legato alla malattia, perché aveva descritto il classico tripode sintomatico: paraplegia, gibbosità, ascesso freddo, mentre il nome di David rimane quasi sconosciuto, pur avendo egli capito che la sua guarigione è «opera della natura, del tempo e del riposo».
A Pier Giuseppe Desault (1744-1795) spetta il merito di aver fondato in Francia l’insegnamento della clinica chirurgica. Nel 1785, mentre andava declinando l’attività e il prestigio dell’Accademia Reale di chirurgia, egli fu chiamato a prestare servizio all’Ospedale Hotel-Dieu di Parigi. Qui rimase per sette anni, svolgendo un’intensa attività basata sulle visite ai malati, le sedute operatorie, le autopsie e le lezioni magistrali. Per questi gravosi impegni non poté scrivere molto e lasciò il suo nome legato solo al bendaggio per la frattura della clavicola. Le sue idee e le sue opere ci vennero trasmesse dai suoi allievi, Chopart e Bichat.
Francesco Chopart (1743-1795) si rese celebre per aver ideato una tecnica di amputazione del piede che porta il suo nome.

Xavier Bichat

Xavier Bichat (1771-1802), dopo la morte di Desault, insegnò anatomia, fisiologia e chirurgia a Parigi. Compì, come si è già detto, ricerche ed espose concetti originali sul concetto di «tessuto» e «organo» e sul rapporto fra organo e funzione. Le sue opere più importanti sono: il «Trattato delle membrane» (1800) e il «Trattato d’anatomia descrittiva», mentre non lasciò scritti degni di rilievo sulla chirurgia.

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