L’avvenimento più importante nel ‘700 fu senza dubbio nel campo della terapia medica fu la scoperta della cura del vaiolo, effettuata dall’inglese Edward Jenner (1749-1823).
Da essa originò la pratica preventiva delle malattie infettive, introducendo la pratica della vaccinazione.
In particolare, grazie alla scoperta di Jenner fu possibile attenuare le conseguenze del vaiolo, malattia epidemica molto frequente e dall’elevato tasso di mortalità.
Jenner osserva che una malattia dell’uomo può essere prevenuta attraverso un virus delle mucche, noto nel Regno Unito come cowpox. Nello specifico, egli nota che i mungitori di vacche sembrano essere resistenti al vaiolo, ma soltanto quelli che si sono presi un’infezione sulle mani, che di sicuro deriva da strane lesioni sulla cute dei capezzoli delle vacche in lattazione. Preleva quindi il pus da una piega della mano di un’operaia addetta ad una latteria inoculandola in un bambino sano di otto anni. Nel punto di inoculazione – la mano – si forma una piaga con la cicatrice, ma la successiva inoculazione dopo sei settimane non dà alcuna pustola.
Inizialmente la vaccinazione di Jenner trovò numerose opposizioni, soprattutto da parte dei seguaci della teoria umorale.
Con il tempo, la teoria di Jenner si diffuse e il suo merito fu riconosciuto e le sue intuizioni furono poi confermate dalle successive ricerche condotte nel campo dell’immunologia.
In Italia il metodo di Jenner fu largamente diffuso grazie all’opera indefessa di Luigi Sacco, milanese (1769-1836).