Il periodo della medicina romantica ha visto lo sviluppo delle teorie del brownismo, del mesmerismo e dell’omeopatia, tra le medicine alternative oggi ancora diffusa.
Fu fondata da Samuel Hahnemann (1755-1843), cresciuto a Meissen in Germania e morì milionario a Parigi nel 1843. Studiò medicina a Lipsia, poi a Vienna, quindi a Erlangen dove ebbe la laurea nel 1779; esercitò la professione a Dessau e a Dresda, poi a Lipsia e a Gotha, dove s’occupò della cura dei malati di mente. Nel 1805 pubblicò un suo libro di terapia e nel 1810, a Dresda, l’opera fondamentale nella quale sono contenute le basi della sua dottrina (Organon der Heilkunst, die reine Arzneimittellehre) esercitò la medicina a Lipsia per molti anni, divenne nel 1812 docente all’università, nel 1821 medico alla corte ducale di Anhalt-Köthen.
Nel 1835 si trasferì a Parigi, ove passò gli ultimi anni della sua vita.
Durante i suoi primi quindici anni come medico Hahnemann lottò disperatamente per guadagnarsi da vivere, fino alla scoperta che fece relativa al chinino. Attraverso gli studi che fece leggendo le opere di Cullen, Hahnemann decise di sperimentare il chinino su sé stesso e dopo averlo assunto per diversi giorni ritenne di avere sviluppato gli stessi sintomi della malaria: ipotizzò quindi che una serie di sintomi si potesse curare con la sostanza che in una persona sana avrebbe prodotto gli stessi sintomi.
Una teoria che si rivelò errata e l’esperimento infatti non poté essere riproposto.
Ma nel 1806 Hahnemann pubblicò il suo primo lavoro importante, La medicina dell’esperienza, che conteneva già le idee fondamentali dell’omeopatia (dal greco omeios, simile e pathos, malattia).
Hahnemann credeva che un paziente malato potesse essere curato attraverso una medicina che, se somministrata a una persona sana, avrebbe prodotto sintomi simili della stessa malattia, ma in misura minore. Pertanto, se un paziente soffriva di grave nausea, doveva essere somministrato un medicinale che in una persona sana provocherebbe una leggera nausea. Con un processo che ha chiamato “proving”, Hahnemann ha affermato di essere in grado di compilare una selezione di rimedi appropriati. A differenza della medianica tradizionale che mirava, in base al principio dei contrari, a combattere i fenomeni morbosi con i rimedi rivolti a sopprimerli (contraria contrariis curantur), Hahnemann elaborò una strategia terapeutica opposta, basata sul principio dei simili, sintetizzato nell’aforisma similia similibus curantur e ha citato l’uso di Jenner della vaccinazione contro il vaiolo per prevenire il vaiolo come esempio.
Le differenze tra medicina ortodossa e omeopatia difficilmente potrebbero essere più vivide. Dal suo inizio, l’omeopatia è sempre iniziata con una lunga consultazione, della durata di almeno un’ora, in cui sono stati discussi tutti gli aspetti della malattia e della vita del paziente: agli omeopati piace sottolineare che praticano la “medicina olistica” e il trattamento appropriato scelto. Al contrario, durante la prima metà del diciannovesimo secolo, quando l’omeopatia si stava affermando, la medicina ortodossa era immersa nella convinzione che i progressi nella comprensione della malattia potessero venire solo da una dettagliata correlazione dei sintomi e dei segni del paziente malato in reparto, e i risultati dell’autopsia: correlazione clinico-patologica.
Hahnemann non mostrò alcun interesse per la patologia dettagliata e nessuno nella diagnosi e nel trattamento convenzionali. Era interessato solo ai principi della medicina omeopatica che usava per nominare la malattia. L’omeopatia classica era quindi vista dai suoi sostenitori come un sistema attraente e sicuro, semplice, facile da capire e centrato sul paziente nel suo insieme e non sulle patologie.