La Tormentilla

La tormentilla è una piccola pianta di altezza media, dai fiori gialli a quattro petali, appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
L’origine del nome indica in quali considerazione erano tenute le proprietà medicinali di questa pianta: Potentilla deriva dal latino potens, potente. Tormentilla deriva da tormen, colica. Questa denominazione è assegnata quelle piante con potere astringente e che guariscono le coliche.

Pianta sconosciuta nell’antichità, la tormentilla ebbe riconosciute le sue proprietà nel XVI secolo e fu utilizzata contro diversi dolori, quello dei denti e naturalmente le coliche. Il suo rizoma si utilizza dopo l’essiccamento.
La tormentilla è una delle piante salutari più ricche in tannini, i quali esercitano sull’organismo proprietà astringenti, antinfiammatorie, antimicrobiche, decongestionanti e lenitive.
Il suo alto contenuto di tannino la rende incompatibile con altre sostanze come il ferro, gli alcani, lo iodio alcuni metalli pesanti e con altre piante medicinali come da noi la camomilla.

Gli estratti di tormentilla hanno anche un effetto antibatterico e sono pertanto indicati nell’igiene orale contro le infiammazioni della bocca e della gola (stomatiti, ulcerazioni e afte) e per il mal di denti.

Hospitalia a Siena

Cura e Comunità ha sempre posto grande attenzione ai luoghi dell’assistenza, anche grazie alla sensibilità artistica di Elena Franco, che da anni ricerca e fotografa la memoria degli antichi ospedali in Europa. E lo scorso 12 aprile ha visto un ulteriore elemento qualificante del lavoro dell’artista: la mostra presentata a Siena al Santa Maria della Scala, disponibile fino al 7 luglio 2019.

Hospitalia. O sul significato della cura è un progetto fotografico che parte dalle architetture degli antichi ospedali europei – vere e proprie città nella città – per aprirsi al territorio, attraverso le donazioni che, nel corso dei secoli, i benefattori hanno devoluto per la cura di questi centri dell’accoglienza.

Questo maestoso e ambizioso progetto si può ammirare fino a luglio a Siena: attraverso 43 fotografie e 2 video documenta edifici ospedalieri storici in un itinerario che, da Siena, attraversa Venezia, Cremona, Milano, Alessandria, Vercelli, Torino, Arles, Bourg-en-Bresse, Lione, Parigi, fino a Lessines in Belgio. Non è solo quindi una ricerca estetizzante, ma uno studio ben condotto. Gli scatti non seguono un itinerario geografico, ma sono inseriti in raggruppamenti tematici, che suggeriscono una stimolante chiave di lettura: monumentalità-bellezza, liturgia-rito, limite-legame, memoria-archivio, comunità-solidarietà, autarchia-sostenibilità, paesaggio-ambiente, riuso-trasformazione, e da essi emergono affinità e somiglianze anche in luoghi tra loro remoti.
Si tratta di un’indagine, infatti, che interroga gli edifici e gli archivi per scoprire le storie degli uomini e delle comunità che hanno costruito e gestito tali importanti monumenti sociali. Ma è anche testimonianza del viaggio che Elena Franco ha compiuto, negli ultimi sette anni, per dare un senso alla malattia e alla morte proprio in quei luoghi che sono testimoni della fragilità ma, al contempo, del senso più profondo delle nostre esistenze. E’ un approfondimento che vuole incoraggiare la riflessione sul riuso e la messa in rete di queste strutture, in Italia e all’estero, avendo già ottenuto quale esito che, in alcuni fra i siti fotografati, si siano realizzati specifici progetti di valorizzazione. La ricerca si è tradotta in un progetto speciale de “Il Giornale dell’Architettura” e in un libro – Hospitalia. O sul significato della cura (ARTEMA 2017) – a cura di Tiziana Bonomo e con prefazione del giornalista Domenico Quirico, oltre che in alcuni approfondimenti locali, come nel caso del volume “La rinascita dell’ex ospedale di Sant’Andrea a Vercelli” (Silvana Editoriale, 2016).
Il risultato si presenta come un “glossario visivo” che restituisce alla memoria collettiva un patrimonio architettonico, artistico, medico e sociale, in modo da suggerire nuove interpretazioni per la storia comunitaria e individuale, ponendo l’accento sui meccanismi di solidarietà che sono stati per secoli alla base dell’accoglienza dei malati e dei poveri in Europa.

12 aprile – 7 luglio 2019

Siena, Santa Maria della Scala
Piazza Duomo

Orari: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica: ore 10.00 – 19.00
Giovedì: ore 10.00-22.00
Ultimo ingresso un’ora prima l’orario di chiusura del museo
La mostra è compresa nel biglietto di ingresso al museo

Lazzaro Spallanzani: pionere della microbiologia

Dopo aver mosso i primi passi nei due secoli precedenti e dopo aver ottenuto una consistente dignità di nuovo campo della ricerca, la fisiologia, opera in buona parte dei naturalisti, acquistò caratteri di disciplina autonoma soprattutto nella seconda metà del Settecento. Leggi tutto “Lazzaro Spallanzani: pionere della microbiologia”

Antoine-Laurent de Lavoisier e la natura chimica della respirazione

È nel Settecento che la fisiologia incomincia a staccarsi dall’anatomia per diventare una disciplina autonoma e vengono comunemente distinti due filoni: uno ad indirizzo sperimentale, ed uno basato sulla nuova ondata di romanticismo, che riportava l’attenzione in un campo di pura dialettica e che venne chiamato vitalismo. Leggi tutto “Antoine-Laurent de Lavoisier e la natura chimica della respirazione”