Una pianta medicinale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un organismo vegetale che contiene in uno dei suoi organi sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi di specie farmaceutiche.
Ai secoli XI, XII, XIII, risalgono i primi testi farmaceutici, in cui confluirono le influenze greche, romane e arabe, sintetizzate nella definizione delle operazioni fondamentali: lozione, decozione, infusione e triturazione. In questo periodo si diffuse l’uso delle spezie e delle droghe e la Scuola salernitana introdusse assieme alle pratiche chirurgiche anche un antesignano dell’anestesia, la spongia sonnifera, imbevuta di oppio, succo di mandragora e di giusquiamo che doveva essere aspirata dal paziente
Il 1544 è una data storica perché a Venezia (1500-1577) medico-botanico senese, pubblicò il suo erbario figurato “Commentari alla Materia Medica di Dioscoride”, nel quale sono descritte ed illustrate circa 1200 specie di piante d’uso medicinale. Fino ad allora tutti gli studiosi si basavano sugli “antichi”, il Mattioli per la prima volta rivisita tale eredità comparandola con l’esperienza diretta creando un minuzioso erbario figurato.

Tra di essi compare anche la Drosera, pianta carnivora della famiglia droseracee, che comprende una novantina di specie, delle quali solo tre in Italia: tra esse la rosolida (Drosera rotundifolia), specie rara delle Alpi e dell’Appennino tosco-emiliano. Ancora oggi, la Drosera rotundifolia è utilizzata in fitoterapia per le proprietà espettoranti, come calmante della tosse, nel trattamento di bronchiti croniche e nell’asma.
La maggior parte delle proprietà medicinali di questa pianta appartengono comunque alla tradizione della medicina popolare senza ancora conferme dalla ricerca scientifica. Nella storia, infatti questa pianta è stata utilizzata per sintomi e problemi derivanti da affezioni respiratorie recidivanti: laringiti o tracheobronchiti con accessi di tosse spasmodica, in special modo notturna; nella pertosse, caratterizzata da tosse accessuale che può portare alla congestione del volto e al vomito; artriti infiammatorie che si possono instaurare durante malattie virali quali il morbillo o la rosolia.
Le foglie di Drosera venivano raccolte per preparare varie preparazioni medicinali utili nella tosse importante (tosse convulsa) e per varie malattie respiratorie, grazie anche alla presenza di flavonoidi e derivati dell’acido ellagico. Inoltre, sono studiate le attività antimicrobiche degli estratti di parti aeree contro vari tipi batterici.