Albrecht von Haller

Il primato culturale che aveva visto eccellere l’Italia fino al Seicento viene via via messo in discussione e nel campo dell’anatomia a metà del secolo passa alla Germania, dove la scuola anatomica afferente ad Albrecht von Haller conquistò la supremazia in Europa.

Medico, botanico, anatomofisiologo, una delle più grandi personalità del Settecento, si attenne ad un rigoroso sperimentalismo nel riproporre l’irritazione come modello esplicativo di diversi fenomeni fisiologici.
Albrecht von Haller (1708-1777) nato a Berna, benché originario della Svizzera tedesca, viene assegnato alla scuola di anatomia tedesca perché insegnò per lungo tempo a Gottinga anatomia, chirurgia e botanica, fondando anche l’istituto di anatomia, il giardino botanico e, nel 1751, la Reale Società delle scienze di cui fu presidente.

Pur avendo brillato come fisiologo, von Haller fece importanti studi in campo anatomico, dove viene riconosciuto per il valore delle sue opere e per l’impulso che diede a questo campo con i suoi studi. Infatti si occupò di diversi settori di anatomia, descrivendo particolarmente le ghiandole salivari, l’utero il cuore, il sistema vascolare, il peritoneo, il testicolo.
I suoi studi sono stati da lui raccolti nell’opera “Bibliothecae anatomica”.

Attualmente una parte della sua biblioteca è custodita presso la Biblioteca Nazionale Braidense: la biblioteca di Haller, composta da pubblicazioni di natura scientifica, fu acquistata nel 1778 per volontà dell’imperatore Giuseppe II, figlio di Maria Teresa d’Asburgo, e donata alla Biblioteca di Brera. Con questo atto gli Asburgo vollero ampliare la parte scientifica della Biblioteca. Il fondo consta di circa 15.000 volumi e circa 145 manoscritti.Il fondo fu impoverito dalle campagne napoleoniche, un esempio è l’erbario halleriano che si trova presso il Musée National d’Histoire Naturelle a Paris, e da una donazione del Governo Italiano a quello Svizzero nel 1928.

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