Tra gli anatomici inglesi nel Settecento rifulsero per gli studi di anatomia umana e comparata, per la loro raccolta di 13.000 pezzi anatomici e i risultati tratti dalla dissezione di oltre 500 specie animali i fratelli John (1728- 1793) e William Hunter (1718-1783), oltre a James Douglas e Alexander Monro. Leggi tutto “Il Settecento: gli anatomici inglesi”
Mese: Marzo 2019
Piante medicinali: la drosera
Una pianta medicinale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è un organismo vegetale che contiene in uno dei suoi organi sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o che sono i precursori di emisintesi di specie farmaceutiche. Leggi tutto “Piante medicinali: la drosera”
Herman Boerhaave
Herman Boerhaave fu medico e scienziato, nato il 31 dicembre 1668 a Voorhout presso Leida, morto a Leida il 23 settembre 1738. Studiò dapprima teologia, ma per un suo giudizio su Spinoza fu sospettato di opinioni eterodosse, sicché si volse alla medicina e si occupò anche di botanica e chimica. Leggi tutto “Herman Boerhaave”
Albrecht von Haller
Il primato culturale che aveva visto eccellere l’Italia fino al Seicento viene via via messo in discussione e nel campo dell’anatomia a metà del secolo passa alla Germania, dove la scuola anatomica afferente ad Albrecht von Haller conquistò la supremazia in Europa. Leggi tutto “Albrecht von Haller”
Gli anatomisti italiani nel settecento – seconda parte
Nel Settecento, furono numerosi gli studiosi che si occupano di anatomia nel Settecento, grazie all’impulso di Morgagni, contribuendo in modo importante all’evoluzione della storia della medicina: si ricordano Antonio Scarpa, Giovanni Battista Paletta, Leopoldo Caldani, Paolo Mascagni, Domenico Cotugno.
Accanto ad essi sono da ricordare anche Luigi Galvani (1737-1798) di Bologna e Felice Fontana (1730-1805).
Galvani si dedicò con continuità alla ricerca sperimentale. Le sue indagini culminarono con la pubblicazione del trattato “sulle forze dell’elettricità nel moto muscolare” (De viribus electricitatis in motu/”>motu musculari, 1791), che gli assicurò rapidamente fama europea e che impose il “galvanismo” come uno dei temi fondamentali della ricerca scientifica tra Settecento e Ottocento.
Nominato professore di anatomia nel 1763 all’Università di Bologna, nel 1768 divenne professore di medicina pratica, lasciando però questa cattedra per tornare a quella di anatomia. Nel 1797, con l’avvento della Repubblica Cisalpina si rifiutò di prestare giuramento al nuovo governo e fu spogliato dal sul incarico universitario. Noto come lo scopritore dell’elettricità animale, utile a Volta per la scoperta della pila, si occupò di anatomia, sia umana che comparata, dove si interessò particolarmente dell’apparato uditivo. Descrisse bene l’orecchio medio, vide l’antivestibolo e in fondo ad essa la finestra ovale e quella rotonda nonché un altro forame che chiamò terza finestra. Proprio su questo argomento ebbe con Scarpa una controversia per la scoperta della membrana della finestra rotonda.
Felice Fontana morì a Firenze e fu sepolto a Santa Croce: fu professore di anatomia a Roma e a Siena. Lasciò importanti osservazioni soprattutto in anatomia microscopica, con la descrizione delle cilindrasse e della valvola mielinica delle fibre nervose, degli elemento nervosi della retina e della struttura delle ossa, dell’epidermide, dei capelli, delle unghie, dei denti. Studiò i movimenti dell’iride lo spazio dell’angolo dell’iride, che porta proprio il suo nome. A lui si deve anche la scoperta del procedimento per colorare i preparati microscopici mediante trattamento dei tessuti con alcali o acidi, seguito dalla preparazione con speciali tinture. Con tale metodo, riuscì a mettere in evidenza il nucleo delle cellule nonché a dimostrare la natura striata dei muscoli.