In Italia la scuola anatomica dopo Morgagni vide numerosi studiosi degni di essere menzionati, ciascuno avendo fornito per la propria parte un importante contributo nell’evoluzione della storia della medicina, ma soprattutto anche per sottolineare e qualificare il rilievo e i contributi italiani nel Settecento dal punto di vista scientifico.
Oltre al già citato Antonio Scarpa, ricordiamo quindi Giovanni Battista Paletta (1747-1830), anch’egli allievo di Morgagni: nato in Val d’Ossola, fu professore di chirurgia e anatomia all’Ospedale Maggiore di Milano. Come anatomico fece importanti studi sui muscoli della faccia, sulll’utero.
Leopoldo Caldani (1725-1813) di Bologna, fu professore di anatomia e fisiologia prima a Bologna poi a Padova, dove succedette a Morgagni. Fece interessanti osservazioni sull’organo dell’udito, sul sistema nervoso sia sull’embrione che dell’adulto, sui vasi chiliferi e sul sistema circolatorio in generale. In fisiologia fu uno strenuo difensore della teoria di Haller sull’irritabilità, fatto che gli causò l’allontanamento dall’Università di Bologna.
Paolo Mascagni (1725-1815) di Castelletto di Siena fu professore di anatomia a Siena, dove pubblicò nel 1787 la sua opera principale dedicata sui linfatici “Vasorum lymphaticorum corporis humani historia et iconografia”. Nel 1801 passò a Pisa con l’incarico di insegnare anatomia e fisiologia anche nell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Qui ebbe come mentore Francesco Antonmarchi, futuro medico di Napoleone. Fu anche insegnante di anatomia pittorica all’Accademia di Belle Arti di Firenze, collaborò con l’Officina ceroplastica fiorentina in qualità di supervisore e arricchì il Museo anatomico di Firenze con pregevoli preparazioni in cera. Domenico Cotugno (1736-1822) di Ruvo in Puglia, fu professore di anatomia a Napoli e archiatra del Re. Scoprì gli acquedotti del vestibolo e della chiocciola, che portano il suo nome.
Per suo merito cadde l’ipotesi che esisteva fin dai tempi di Aristotele, che l’aria avesse la massima importanza nel meccanismo uditivo, scoprendo invece la funzione del liquido essenziale contenuto nel vestibolo e nella chiocciola. Pubblicò la sua scoperta a soli 25 anni, nell’opera “De aquaeductibus auris humanae internae”.