Nella lunga crisi che interessò l’Europa tra il V e il X secolo, la Chiesa svolse un ruolo di primo piano riuscendo a garantire la conservazione della cultura ed un minimo di organizzazione civile e sociale. Ogni aspetto della vita medioevale fu improntato ovviamente sui valori spirituali e cristiani, anziché sui valori terreni, della civiltà classica. Così i giardini erano piccoli, recintati e sorgevano nei chiostri dei conventi e nei pochi spazi delle corti dei castelli.
Gli insediamenti conventuali avevano una conformazione abbastanza complessa: una cinta muraria conteneva edifici, giardini e tutto quanto era necessario all’autonomia della vita del convento, come aveva prescritto San Benedetto. I giardini, che sorgevano all’interno della cinta muraria, erano in genere nettamente distinti tra loro: un’area era riservata alla coltivazione delle piante medicinali per il sollievo dei malati; nell’orto crescevano le specie orticole e le erbe aromatiche; un’altra era riservata agli alberi da frutta.
Il primo orto botanico del mondo occidentale, probabilmente, sorse ad opera di Matteo Silvatico, medico della Scuola medica Salernitana tra il XIII ed il XIV secolo. Nel suo giardino dei semplici, vennero per la prima volta coltivate e classificate una grande quantità di piante ed erbe, per studiarne a scopo scientifico le proprietà terapeutiche e medicamentose.
Tra le piante utilizzate fin dall’antichità si ricorda la lavanda, oggi associata tradizionalmente alla Provenza, le cui qualità come erba medicamentosa (e culinaria) sono state tramandate fin dai primi erbari. Tutte le civiltà hanno utilizzato questa pianta, fin dagli Egizi, greci, romani, arabi, anche in virtù della sua capacità di mettere radici anche nelle terre più difficili e persino tra le rocce. Le foglie lunghe e sottili e gli oli naturali proteggono la pianta e le permettono di sopravvivere anche in condizioni sfavorevoli, durante la siccità e rendendola poco allettante per gli animali da pascolo.
Da sempre utilizzata per rinfrescare gli ambietni, ha anche un passato di insetticida, ma fin da XII secolo Ildegarda si accorse della sua efficacia contro pulci e pidocchi, mentre già nel 77 Dioscoride ne descriveva le proprietà curative in caso di ferite e ustioni.