La città e l’Università di Padova hanno una lunga tradizione e una grande reputazione negli studi anatomici, risalenti alla fondazione dell’università nell’anno 1222. Il contesto che ha permesso lo sviluppo di questa cultura fu rappresentato dalla libertà scientifica e dalla saggezza politica della Serenissima Repubblica di Venezia, uno stato liberale e tollerante nel mezzo di un’Europa feudale, imperiale e pontificia. Durante la seconda metà del XV secolo, il fiorente commercio e la vita culturale, sociale e politica di Venezia attrassero un gran numero di scienziati e studenti provenienti da tutta Europa che contribuirono alla creazione di Padova come centro internazionale per la cultura e le scienze.
I più importanti anatomisti del XVI, XVII e XVIII secolo studiarono e insegnarono a Padova, considerata fino al VXIII secolo centro culturale di riferimento italiano ed europeo.
La dissezione anatomica è stata straordinariamente persistente come caratteristica dell’istruzione medica, anzi si distingue come il passo universalmente riconoscibile per diventare medico.
Probabilmente, il primo professore di anatomia e chirurgia fu Bruno da Longobucco (1200 circa – 1286), che aveva studiato in precedenza presso la Scuola di Medicina di Salerno. Mentre era professore a Padova, Andrea Vesalio (1514-1564) pubblicò De Humani Corporis Fabrica (1543), che è considerata opera della nascita dell’anatomia moderna. Seguirono i professori Realdo Colombo (1516-1559), Fallopio (1523-1562), Fabrizio d’Acquapendente (1533-1619), Iulius Casserius (1552-1616), Johann Wesling (1598-1649) e Johann Georg Wirsung (1589-1643).
Molti altri studiosi stranieri hanno studiato all’Università di Padova, come Thomas Linacre (1460-1524 circa), il fondatore del Royal College of Physicians, Werner Rolfinck (1599-1673) e Olof Rudbeck (1630-1702), che ha creato teatri anatomici in Germania e in Svezia, rispettivamente, sulla base del modello padovano.
L’anatomia del XVII secolo ha ampliato in modo caratteristico la portata della sua indagine, come indicato nella pubblicazione De motu cordis et sanguinis in animalibus (1628) di William Harvey (1578-1657). Ulteriore evoluzione fu poi data dall’anatomia nel XVIII secolo, che cercò di correlare le alterazioni della struttura con i sintomi clinici e la storia ci mostra che l’anatomia e la chirurgia si sono evolute insieme.
A questi nomi va aggiunto Giovanni Battista Morgagni (1682-1771), il cui capolavoro De Sedibus et Causis Morborum per Anatomen Indagatis (1761) rappresenta un contributo fondamentale che viene visto come l’inizio dell’anatomia patologica moderna, rappresentando una pietra miliare nella storia dell’anatomia, nella medicina e nella chirurgia.
Morgagni, anatomista italiano che introdusse il concetto anatomo-clinico in medicina, istituì l’anatomia come strumento per identificare la sede e l’eziologia di qualsiasi malattia. All’Università di Padova fu professore di anatomia per più di 50 anni. Il suo primo testo documentato in anatomia, Adversaria Anatomica fu pubblicato in tre volumi tra il 1706 e il 1719.
Le sue accurate descrizioni anatomiche degli organi umani migliorarono la sua reputazione di anatomista europeo più famoso in quel periodo.
Morgagni pubblicò l’opera più importante della sua vita, il capolavoro dell’anatomia patologica, De Sedibus, nel 1761. Il testo è basato sulle sue osservazioni patologiche da circa 700 dissezioni di pazienti che aveva trattato durante la loro vita. De Sedibus fornisce al lettore una precisa correlazione tra i reperti anatomo-patologici post-mortem e i sintomi clinici di una malattia osservata nel corso della vita.
D’altronde siccome l’artritide è quasi sempre la malattia dei ricchi, e ben di rado quella dei poveri, e siccome i cadaveri di questi e non dei primi sono quelli che si concedono agli anatomici, ovvero se talvolta avviene che qualche corpo di un ricco si abbia ad incidere, si permette di esaminare i visceri e quasi mai le membra, ne viene di conseguenza che le osservazioni propriamente spettanti all’artritide sono meno numerose ne’ libri degli anatomici di tante storie di altre malattie (De Sedibus, libro IV, lettera LVII)
La capacità di Morgagni di integrare e sintetizzare informazioni lo distingue dai suoi contemporanei e il suo metodo anatomo-clinico è stato un importante passo avanti nella storia della medicina in quanto ha aiutato i medici a diagnosticare una malattia, analizzare la prognosi di quella malattia e preparare un protocollo di gestione per lo stesso. I suoi risultati portarono alla nascita dell’anatomia patologica come scienza esatta e con lui iniziò la medicina moderna.
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