Thomas Sydenham: l’Ippocrate inglese

Iatrochimica, iatromeccanica, il superamento della teoria della generazione spontanea, l’introduzione della corteccia di china, furono tutti elementi innovativi che si innestarono in quella dottrina galenica ancora molto forte in tutta l’Europa del Seicento e del Settecento.

Una dottrina, o forse meglio dire un insieme di dottrine, nelle quale il nome di Ippocrate viene usato come “schermo” per definire istante, tra loro anche molto differenti. Tra queste, va ricordato Thomas Sydenham (1624-1689), considerato uno dei maggiori clinici della sua epoca e chiamato “l’Ippocrate inglese”; associato all’ippocratismo antiriduzionista, egli rivendicò il ruolo della clinica di osservazione contrapposta alle diverse teorie della macchina corporea, da quelle di Borelli, a quelle di filosofi come Cartesio o come quelle più strettamente mediche elaborate dall’olandese Hermann Boerhaave.

Sydenham proveniva da una famiglia puritana e nacque nel Dorsetshire in un piccolo villaggio chiamato Wynford Eagle. Iniziò gli studi in medicina alla Magdalene Hall di Oxford nel 1642, ma dopo soli due mesi dovette interrompere, per partecipare alla guerra civile per Cromwell e contro Carlo I, che era amico di William Harvey. Alla fine delle prime ostilità, tornò all’università nel 1645 per entrare nel Wadham College, su consiglio di Thomas Coxe deciso a diventare un medico. Si laureò nel 1648. In questo periodo ebbe modo di studiare con Christopher Wren, in seguito uno dei più importanti scienziati naturali che conducono esperimenti fisiologici a Oxford. Tre anni dopo dovette tornare nuovamente nell’esercito, prima di stabilirsi a King Street, Westminster, Londra nel 1655 come praticante, dove lo stesso anno sposò Mary Gee. Rimase a Westminster per il resto della sua vita.
Per le sue idee politiche contrarie alla monarchia non fu mai accolto nel Royal College né ebbe incarichi di insegnamento universitario.

La podagra rarissime volte assale le donne, e quando il fa o sono vecchie o sono d’abito di corpo virile. Donne gracili, in giovinezza o in maggiore età soffrono di dolori che mentono podagra, sono isteriche, o gli è antico reumatismo, lo cui fomite non venne abbastanza dapprincipio eliminato. (tomo II, p. 188)

Rispetto alla dottrina ippocratica, Sydenham riteneva che le malattie fossero dovute ad elementi estranei che si immettevano nell’organismo, che deve liberarsene. In questo processo di liberazione agiva soprattutto la natura, che il medico poteva favorire attraverso pochi e semplici medicinali, rappresentati prevalentemente dalla dieta, dai purganti e dai salassi, ai quali si aggiunse la china, oltre che l’oppio sotto forma ddi tintura che insieme a zafferano, garofano e cannella, prese il nome di “tintura di Sydenham” e fu usata per molto tempo.Lontano dalle disquisizioni, Sydenham si rivolgeva direttamente all’esame del malato, per poterne trarre la diagnosi. E proprio seguendo questo indirizzo, egli si impose nella medicina, creando una fiorente scuola.

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