La ricerca medica nel Seicento si orienta sempre di più verso un empirismo pragmatico, i cui massimi esponenti italiani sono Borelli e Malpighi: in Italia, però, il peso della censura religiosa e politica è tale ostacolare la ricerca, come nel caso di Borelli.
Fatto questo che non accade in Inghilterra e Olanda, paesi che in questo periodo emergono nella scena della ricerca scientifica, proprio grazie al progresso politico ed economico. Peraltro, le istituzioni scientifiche – come le università e le accademie – sono incoraggiate dalla società e dalla politica, come dimostra la brillante istituzione della Royal Society nel 1660, che darà avvio ad una rivista ancora oggi esistente. In Inghilterra, inoltre, la pratica medica fiorisce sia nella metropoli che in altri centri: è il caso del circolo dei “fisiologi di Oxford”, un piccolo centro universitario che ispirandosi alla chimica di Boyle, si dedica a chiarire il funzionamento di attività cruciali dell’organismo.

Ne fanno parte Thomas Willis (1621-1657), scopritore del circolo anastomotico (che viene definito proprio poligono di Willis, un cerchio di arterie interconnesse tra loro, situato a livello dell’encefalo con la funzione di ossigenare gli emisferi cerebrali).
Proprio grazie all’introduzione del microscopio, nel corso del Seicento l’anatomia e la fisiologia trovano una nuova integrazione, innovandosi l’una con l’altra, grazie a osservazioni metodiche e rigorose.
E oltre alle scoperte essenziali già citate, tra cui la circolazione linfatica di Aselli, il lavoro di Thomas Bartholin, si aggiungono numerose scoperte, effettuate da studiosi che meritano di essere nominati.

- Thomas Wharton (1614-1673), inglese – descrizione e classificazione della ghiandola come struttura anatomica con proprietà specifiche;
- Nils Stensen, detto Stenone (1638-1686), danese – canale naso-palatino, foro dentale superiore;
- Antonio Nuck (1650-1692), olandese – processo peritoneo vaginale femminile contenuto nel canale inguinale;
- Giovanni Corrado Brunner (1653-1727), tedesco – ghiandole duodenali;
- Antonio Maria Valsalva (1666-1723) – seni aortico e polmonare;
- Francis Glisson (1597-1677), inglese – capsula del fegato;
- William Cowper (1666-1709), inglese – ghiandole ureterali.