Giorgio Baglivi: dopo la iatromeccanica, il paziente

Un importante esponente della iatromeccanica nel Seicento fu Giorgio Baglivi (1608-1679), valente fisico e professore prima di anatomia, poi di medicina all’Università di Roma. Leggi tutto “Giorgio Baglivi: dopo la iatromeccanica, il paziente”

Santorio: la bilancia e l’avvio del “metabolismo”

Nel Seicento i concetti di iatromeccanica e iatrochimica indirizzarono alcuni studiosi alla ricerca della causa delle malattie in alterazioni di ordine fisico o chimico dell’organismo, che veniva considerato alla stregua di una macchina o come una sorta di provetta all’interno della quale avvenivano reazioni chimiche. Leggi tutto “Santorio: la bilancia e l’avvio del “metabolismo””

Altre scoperte anatomiche del Seicento

La ricerca medica nel Seicento si orienta sempre di più verso un empirismo pragmatico, i cui massimi esponenti italiani sono Borelli e Malpighi: in Italia, però, il peso della censura religiosa e politica è tale ostacolare la ricerca, come nel caso di Borelli.

Fatto questo che non accade in Inghilterra e Olanda, paesi che in questo periodo emergono nella scena della ricerca scientifica, proprio grazie al progresso politico ed economico. Peraltro, le istituzioni scientifiche – come le università e le accademie – sono incoraggiate dalla società e dalla politica, come dimostra la brillante istituzione della Royal Society nel 1660, che darà avvio ad una rivista ancora oggi esistente. In Inghilterra, inoltre, la pratica medica fiorisce sia nella metropoli che in altri centri: è il caso del circolo dei “fisiologi di Oxford”, un piccolo centro universitario che ispirandosi alla chimica di Boyle, si dedica a chiarire il funzionamento di attività cruciali dell’organismo.

Thomas Willis

Ne fanno parte Thomas Willis (1621-1657), scopritore del circolo anastomotico (che viene definito proprio poligono di Willis, un cerchio di arterie interconnesse tra loro, situato a livello dell’encefalo con la funzione di ossigenare gli emisferi cerebrali).

Proprio grazie all’introduzione del microscopio, nel corso del Seicento l’anatomia e la fisiologia trovano una nuova integrazione, innovandosi l’una con l’altra, grazie a osservazioni metodiche e rigorose.
E oltre alle scoperte essenziali già citate, tra cui la circolazione linfatica di Aselli, il lavoro di Thomas Bartholin, si aggiungono numerose scoperte, effettuate da studiosi che meritano di essere nominati.

Thomas Wharton
  • Thomas Wharton (1614-1673), inglese – descrizione e classificazione della ghiandola come struttura anatomica con proprietà specifiche;
  • Nils Stensen, detto Stenone (1638-1686), danese – canale naso-palatino, foro dentale superiore;
  • Antonio Nuck (1650-1692), olandese – processo peritoneo vaginale femminile contenuto nel canale inguinale;
  • Giovanni Corrado Brunner (1653-1727), tedesco – ghiandole duodenali;
  • Antonio Maria Valsalva (1666-1723) – seni aortico e polmonare;
  • Francis Glisson (1597-1677), inglese – capsula del fegato;
  • William Cowper (1666-1709), inglese – ghiandole ureterali.

Robert Hooke e Lorenzo Bellini

Nella storia dell’anatomia microscopia sono due i nomi da citare: Robert Hooke (1635 – 1703) e Lorenzo Bellini (1643 – 1704).

Robert Hooke fu autore di un’opera intitolata “Micrographia” edita nel 1665 con ammirevoli illustrazioni, in cui descrisse fra i primi, la cellula e alcuni funghi microscopici. Leggi tutto “Robert Hooke e Lorenzo Bellini”

Esposizione fotografica « Hospitalia » di Elena Franco in Belgio

Cura e Comunità ha sempre posto grande attenzione ai luoghi dell’assistenza, anche grazie alla sensibilità artistica di Elena Franco, che da anni ricerca e fotografa la memoria degli antichi ospedali in Europa.

Dal prossimo 8 settembre si aggiunge una ulteriore e preziosa mostra che qualifica il lavoro dell’artista: il Museo dell’Ospedale di Notre-Dame à la Rose a Lessines ospiterà una esposizione «en plein air» presso il sito del Museo dell’Ospedale di Notre-Dame à la Rose, dall’8 settembre al 25 novembre 2018, con una guida a disposizione per il visitatore. L’inaugurazione è fissata per il 7 settembre 2018 alle ore 19.00. 

L’opera di Elena Franco costituisce un omaggio alla storia dell’accoglienza e della cura, comune a livello europeo, e dimostra sino a che punto essa sia, soprattutto, profondamente umana.

L’artista ha recentemente pubblicato il volume “Hospitalia” (ARTEMA 2017, a cura di Tiziana Bonomo), che raccoglie in modo originale e poetico gran parte delle sue opere e che conduce il lettore attraverso una storia europea sconosciuta ai più. Le sue fotografie donano voce alla storia architettonica e sociale degli antichi luoghi di accoglienza e di cura, costruiti a partire dal Medioevo nei principali centri europei. Sovente abbandonati, sono spesso oggetto di riuso a partire dal XX secolo.

L’antico Hôtel-Dieu di Lessines (Belgio) ne è uno dei migliori esempi: fondato a metà del XIII secolo per ospitare una comunità religiosa oltre a una trentina di indigenti, attualmente ospita un museo senza eguali, dedicato alla storia della salute e della medicina, la cui ricchezza – insieme alla coerenza tra patrimonio artistico, scientifico e architettonico – valgono il viaggio.

Riferimenti: 

Musée de l’Hôpital – Place Alix de Rosoit – 7860 Lessines

Tél : +32 (0)68 33 24 03 – Fax : +32 (0)68 26 86 57

info@notredamealarose.com – https://www.notredamealarose.be

 

Elena Franco (Torino, 1973) è architetto e fotografa. Collabora con Il Giornale dell’Architettura ed è direttore artistico della Fondazione Arte Nova. La sua principale ricerca fotografica “Hospitalia”, in corso dal 2012, dopo essere stata esposta e presentata in sedi istituzionali a Milano, Napoli, Vercelli, Losanna, Venezia, Firenze, Arles, accompagnata da convegni e workshop ispirati dal suo lavoro, è ora un libro, a cura di Tiziana Bonomo (ARTEMA 2017). Nel 2015, dopo aver partecipato alla proiezione pubblica dei migliori portfolio dell’anno al Musée Elysée di Losanna, con la serie “Hospitalia”, ha vinto a Venezia la prima edizione del “Premio Mediterraneo” e una selezione di opere è entrata a far parte dell’Archivio del Fondo Malerba per la Fotografia, mentre nel 2016 è stata selezionata quale finalista per il Combat Prize al Museo G. Fattori di Livorno. È stata tra gli autori selezionati per il Premio Streamers 2016. Parte del progetto “Hospitalia” è entrato a far parte dell’Archivio del Fondo Malerba per la Fotografia e di collezioni private in Italia e all’estero. Le sue opere sono trattate da Photo & Contemporary a Torino e da Studio Cenacchi Arte Contemporanea a Bologna.