Oculistica nel Rinascimento

Nel Rinascimento l’oculistica fece pochi progressi: si deve a Leonardo da Vinci (1492 – 1519) lo studio dell’anatomia del globo oculare e i suoi rapporti con il cervello, come dimostrano numerose pagine dei suoi manoscritti, così come la fisiologia della vista.

Va invece citato Keplero (1571 – 1630) per aver dimostrato come i raggi luminosi, che penetrano nell’occhio da diversi lati, vengono concentrati sulla retina dal cristallino: fu proprio Keplero a formulare l’ipotesi dell’accomodamento.

Fabrici di Acquapendente ideò invece un «occhiere» per bagni oculari e riconobbe nell’opacizzazione del cristallino la causa della cataratta.

Da ricordare anche Georg Bartisch (1535 – 1607), apprendista cerusico diventato poi oculista, che mise a punto un procedimento per l’enucleazione del globo oculare, praticando una vera e propria esenterazione orbitaria tramite un cucchiaio tagliente.
Fu autore dell’opera Ophthalmodouleia Das ist Augendienst, pubblicato nel 1583, corredato da numerose illustrazioni in cui descrisse il quadro completo delle operazioni praticate sull’occhio nel Rinascimento, nonché degli interventi usati all’epoca.

Bibliografia
Lowe. Australian and New Zealand Journal of Ophthalmology Volume: 25 Issue 4 (1997)
“Georg Bartisch: Ophthalmodouleia, der Augendienst, 1583. A treatise on service of the eyes and a review of the chapter on strabismus".

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