Gerolamo Cardano (1501-1576) viene posto fra i grandi medici rinascimentali poiché “collezionando fatti e chiarendo concetti” facilitò ad altri la via dell’indagine scientifica.
Eclettica figura rinascimentale, medico di genio autentico, il Cardano ha lasciato tracce indelebili nel mondo della scienza e delle invenzioni, sebbene sia un personaggio discusso e giudicato dei contemporanei e dai posteri, da alcuni esaltato da altri vituperato, nella persona e nelle idee.
Mente molto versatile, si occupò di medicina, filosofia, matematica, fisica e astronomia attraverso numerose opere, in cui accanto a profonde e geniali intuizioni, si trovano stravaganze e superstizioni. Egli, infatti, fu pieno di contraddizioni in quanto era dominato da una cieca fede nelle potenze occulte e nelle concezioni astrologiche (come numerosi suoi contemporanei) mentre dall’altro fu portato a ribellarsi ai sistemi dogmatici introducendo nuove idee basate sull’esperimento.
Nato a Pavia da una relazione illegittima del padre Fazio, Lettore di diritto all’Università di Pavia, fin da giovanissimo dimostrò un’intelligenza eccezionale. Nel 1536 venne nominato lettore di medicina pratica a Pavia, cattedra che mantenne, con qualche interruzione, fino al 1562 quando si trasferì a Bologna per svolgervi lo stesso insegnamento. In questa città venne incarcerato per oltre due mesi essendo stato accusato di eresia del Santo Uffizio, condanna da cui venne poi assolto.
Nel 1571 si trasferì a Roma dove soggiornò fino alla morte, ricevendo una pensione vitalizia da Papa Gregorio XIII. Cardano ebbe una vita infelice e piena di stenti, in quanto da figlio illegittimo non poté per lungo tempo entrare nel collegio dei fisici di Milano ed esercitare la professione. Nel periodo in cui era lettore a Pavia dovette lasciare l’insegnamento due volte poiché l’università non poteva corrispondergli lo stipendio. A Bologna per il suo carattere rude e arrogante e per i suoi atteggiamenti strani e bizzarri, oltre che per la cattiva abitudine di denigrare i colleghi, si attirò l’inimicizia dell’ambiente universitario e fu costretto ad abbandonare la cattedra, perché non gli venne rinnovato il contratto di insegnamento.
Sono poco rispettoso e non ho peli sulla lingua, soprattutto mi lascio trascinare dall’ira, al punto che poi mi dispiace e me ne vergogno. […] Riconosco che tra i miei vizi ce n’è uno molto grande e tutto particolare: quello di non riuscire a trattenermi – anzi ne godo – dal dire a chi mi ascolta ciò che gli risulta sgradevole udire. Persevero in questo difetto coscientemente e volontariamente, pur sapendo quanti nemici da solo mi abbia procurato […]
A complicare la vita furono anche due figli: uno giustiziato per aver avvelenato la moglie, il secondo, con la sua vita dissoluta e immorale. Avvenimenti che furono descritti dal Cardano nella nell’autobiografia intitolata “De vita propria”.
Il Cardano fu uno scrittore molto fecondo e si contano ben 225 suoi lavori.
In campo fisico sono da ricordare i notissimi dispositivi di sospensione che ancora oggi vengono chiamati giunti cardanici.
La sua filosofia, priva di un sistema organico ed in parte anche di coerenza, non ebbe grande affermazione ma il merito che va riconosciuto a Cardano fu quello di aver suggerito alcune norme per l’applicazione del metodo sperimentale.
Vasta risonanza fu la fama qui acquisì in medicina sia per la dottrina che per l’attività pratica. In alcuni suoi scritti analizzò a fondo l’attività della psiche, tanto da essere considerato un precursore della moderna psichiatria. In altri scritti dettò le basi dell’antropologia criminale distinguendo i e “pazzi morali” dai “delinquenti” e descrivendo le alterazioni somatiche che più frequentemente si accompagnano alle alterazioni morali.
Interessanti sono anche le sue opere di pedagogia, in cui indicò i principi in base quali i figli devono crescere fisicamente e moralmente sani e quelle in cui affronta il problema dell’istruzione dei sordomuti.
In campo professionale alcune guarigioni di personaggi altolocati gli procurarono inviti onorifici, che rifiutò: sia quello del re Costantino di Danimarca avanzatogli tramite Vesalio e quello del pontefice Paolo III.
La fama di Cardano è viva poiché le sue opere ricche di dottrine e di stravaganze, di osservazioni geniali e di paradossi, si impongono ancora oggi all’attenzione degli studiosi.