Col trasferimento del potere a Bisanzio nel 330, con l’imperatore Costantino, venne trasferita anche la cultura: si fondarono scuole e accademie, si trasferì anche la cultura medica insieme ai principi dell’igiene, comprese le terme.
La medicina ebbe un periodo di auge, che durò fino all’ottavo secolo circa, definito della “medicina bizantina”. Una denominazione utile non solo per indicare i medici lì nati e vissuti, ma più in generale coloro che la rappresentarono: Oribasio, Aezio, Alessandro e Paolo di Egina.
Essi ripresero quanto detto da Galeno e seguaci, sebbene vada segnalata la fondazione di molti ospedali ed il sorgere della medicina sociale.
Questi medici ebbero il grande merito di aver raccolto e trascritto molte opere dei loro predecessori, che altrimenti sarebbero andate perse: vennero definiti i “compilatori bizantini” per aver raccolto e riordinato i lavori degli autori del mondo classico.
Avvenne a Bisanzio una disputa tra il vescovo Cirillo e il vescovo Nestorio. Quest’ultimo perse e fu cacciato da Costantinopoli; si rifugiò quindi in Medio oriente, nelle zone dell’lraq ed in Egitto. Nestorio portò con sè tutto il bagaglio culturale classico, compreso quello medico, ponendo quindi le basi allo sviluppo di una concezione medica simile a quella presente nell’antica Roma.