L’attività scientifica di Galeno fu così vasta e profonda che egli viene considerato dopo Ippocrate, il più grande medico dell’antichità classica. Dotato di uno spiccato spirito di osservazione e di una grande capacità di sperimentazione, seppe fondere la fisiologia con l’anatomia, attraverso l’esperimento condotto con metodi moderni.
Nonostante questo grande merito, cadde non raramente nell’errore di trattare la medicina con un metodo filosofico basato sul sillogismo, forse perché costretto dalle leggi di allora, che gli impedirono una più vasta applicazione di sperimentare.
La terapia medica in uso a Roma, era basata sui farmaci semplici, di origine vegetale, animale o minerale e sui farmaci composti, costituiti da più farmaci semplici. Tra i farmaci composti, posto d’onore spettava alla “teriaca” o “triaca” di cui esistevano numerosi tipi: la più famosa era però quella di Andromaco, medico di Nerone, composta da 54 ingredienti, il più importante dei quali era la carne di vipera. Nella terapia dell’epoca erano in uso ciarlatanerie e pratiche terapeutiche basate sulla magia.
Galeno si occupò anche di terapia, nel “Methodus medendi” e nel “De simplicium medicamentorum”, che contiene la descrizione di 437 specie di semplici vegetali, oltre ad un gran numero di semplici minerali e animali.
Alcune sostanze vengono considerate specifiche, come il pepe che viene prescritto nella malaria terzana e nella quartana, la scammonea nell’itterizia, il prezzemolo e il sedano nelle malattie dei reni. Ma non mancano i medicamenti composti, tra i quali la triaca contenente ben 73 ingredienti. Tra gli altri medicamenti figurano la picra (purgante amaro a base di aloe), e la hiera o “purgante sacro” a base di coloquintide.
Nella terapia galenica trovano però posto anche il salasso, l’igiene del corpo, la ginnastica, gli esercizi respiratori e la dieta.
Credente convinto nell’esistenza di un essere supremo e persuaso dell’infallibilità di questo essere, Galeno in tutta la sua attività, si sforzò di dimostrare che lo scopo ultimo di qualsiasi creazione è provare l’omniscienza del creatore: una interpretazione teologica del creato che gli valse il riconoscimento ufficiale della sua medicina, sia da parte della religione cattolica, sia di quella musulmana, al punto da rimanere per oltre quindici secoli una autorità medica inconfutabile.