Galeno

Galeno fu il primo fisiologo che studiò il sistema nervoso: grazie a esperimenti condotti principalmente su maiali, descrisse le conseguenze dell’interruzione del midollo spinale a diversi livelli.
La patologia galenica è frutto della fusione della dottrina umorale ippocratica, con quella meccanica (dottrina dei pori di Asclepiade).
Sull’alterazione funzionale degli organi, secondaria ad una loro lesione, Galeno fondò la definizione di vari quadri clinici, in quanto i sintomi costituiscono gli effetti della malattia.

Galeno distinse quattro gruppi di malattie: malattie dei quattro umori; malattie delle parti semplici o tessuti (infiammazioni); malattie organiche o delle parti strumentali formate dalle parti semplici (vene, arterie, nervi, muscoli, ossa); malattie traumatiche.

La patologia galenica è contenuta nell’ “Ars medica” che costituì per secoli il testo fondamentale dell’insegnamento in medicina.

Nella clinica, Galeno diede grandissima alla semeiotica: per conoscere gli effetti della malattia sull’organismo in generale e sui singoli organi ricercò scrupolosamente gli scrupoli.

Da questa sua minuziosa ricerca risultarono numerose e preziose nuove cognizioni, anche se spesso intramezzate con discussioni teoriche e con formule filosofiche.

L’importanza attribuita alla semeiotica permise a Galeno di di porre diagnosi fini che oggi meravigliano: stabilì la diagnosi differenziale fra emottisi ed ematemesi; descrisse le vomiche, le febbri e i sintomi dell’infiammazione. Diede molta importanza all’esame delle urine e a quella del polso.

Anche nella terapia Galeno si discostò da Ippocrate: non riconoscendo nella natura l’unico mezzo curativo, fece ricorso ad un impiego non indifferente di farmaci.
Ma questo sarà l’argomento del prossimo articolo!

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