Il chirurgo? è lo schiavo del medico!

assyrianQuesto secondo gli Assiro-babilonesi, che lo giudicavano un “artigiano”

La chirurgia in Mesopotamia era considerata attività artigianale: lo testimonia anche l’inserimento della regolamentazione di tale esercizio nel codice di Hammurabi, che regnò in Mesopotamia dal 1728 al 1686, insieme al lavoro degli architetti e degli armatori.
Gli articoli del codice stabilivano sia il compenso del chirurgo, a seconda che il paziente fosse libero o schiavo, sia le pene in caso di prestazione inefficace, che andavano fino all’amputazione delle mani. Questo a tutela dei pazienti, per evitare l’esercizio della professione da parte di persone impreparate. Va sottolineato che i chirurghi venivano puniti in quanto ad essi non era riconosciuto lo status di sacerdoti a differenza dei medici, che erano invece considerati al di sopra di ogni giudizio umano.
Quelle sul codice di Hammurabi sono le migliori indicazioni relative all’attività chirurgica, in quanto nelle tavole di argilla sumeriche non si trovano notizie. Sigilli di pietre dure risalenti al periodo successivo al 2000 a.C. dimostrano che presso gli Assiro-Babilonesi la chirurgia era esercitata da chirurgi laici, subordinati ai medici. Emerge da un sigillo dove il chirurgo è rappresentato come lo schiavo del medico: documento importante in quanto sottolinea anche in questo caso la laicità del chirurgo, a differenza della condizione sacerdotale del medico.
La chirurgia assiro-babilonese era prevalentemente traumatologica e tesa al trattamento di ferite e fratture. E lo strumentario trovato,  realizzato in bronzo, era povero e costituito in prevalenza da coltelli.
Venivano anche praticati interventi di otorinolaringoiatria, oculistica e odontoiatria. I primi erano tesi a curare mal d’orecchie e emorragie nasali; per curare l’epistassi (ossia il naso che sanguina) venivano usati tamponi di lana spinti in profondità nelle narici.
Fra le malattie degli occhi si curava la cecità, l’annebbiamento della vista e la congiuntivite, che veniva trattata con bagni oculari. Forse per curare la cataratta, venivano praticati piccole incisioni dell’occhio.

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