Cosa si intende per medicina popolare?

Fin dall’epoca preistorica, l’uomo si rese conto che non tutte le malattie potevano essere determinate da fenomeni soprannaturali, secondo il principio della “medicina magica”.

Anzi, molte disturbi potevano essere risolti con semplici rimedi, spesso casalinghi, senza doversi rivolgere al medico-guaritore. Nacque così la medicina popolare, o casalinga, basata su principi terapeutici codificati dalla medicina empirica, oltre che su semplici nozioni che l’uomo aveva appreso dalla vita quotidiana.

Utilizzava ai fini terapeutici vari mezzi: le erbe medicinali erano le più diffuse, ma venivano usate anche sostanze di origine animale o minerale.

Numerosi rimedi della medicina popolare sono così radicati nella tradizione da essere utilizzati ancora oggi. Già gli Etruschi utilizzavano la camomilla come calmante; il ricino come purgativo e il mirto come astringente nei disturbi intestinali. Le tavolette di argilla degli antichi mesopotamici testimoniano la conoscenza di elleboro, giusquiamo, mandragola e oppio.

Nella Bibbia sono citate numerose erbe di uso medicinale, tra cui cedro del Libano, noci, melograno, issopo, incenso, mirra.

Erbe come assenzio, crescione, finocchio, malva, menta, pulegro, ruta, salvia, tanaceto, santoreggia e rosmarino, facevano parte delle sedici piante officinali che non potevano mancare nelle coltivazioni Monasteri nel Medioevo, in quello che veniva chiamato “Orto dei semplici”. Chiamati anche horti medici erano meglio conosciuti come horti simplicium. I “semplici” erano infatti le erbe usate per la cura delle malattie (la parola deriva dal latino medievale medicamentum simplex), che fino al Rinascimento, per tradizione, erano curate solo dai religiosi nel chiuso dei loro conventi. Con in consolidamento delle Università, nel  quindicesimento secolo, tale prerogativa passò al mondo accademico, in quelli che vennero poi definiti “orti botanici”.

Questo tipo di medicina è stato molto diffuso, anche in epoca successiva al Medioevo, soprattutto per ragioni di tipo economico, in quanto l’intervento del medico era molto costoso e fuori dalla portata delle classi sociali meno abbienti, che preferivano rimedi casalinghi ai letti di ospedale, che allora erano considerati rifugi per poveri, denutriti o abbandonati.

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