Medicina e religione sono state legate fin dai tempi più antichi: è grazie a Ippocrate che viene introdotto il principio secondo cui la malattia non è il prodotto di azioni soprannaturali, ma un processo naturale.
Ma la presenza di strutture per assistere le persone ammalate collocate in contesti sacri si trova fin dai tempi degli Egizi, nei templi di Iside, oltre che presso i templi Greci e Romani, dove è possibile trovare tracce di stanze in cui i sacerdoti curavano i malati.
Il Medioevo, con l’affermarsi della cultura cristiana, vide un aumento delle pratiche di assistenza per i poveri e i malati, con l’istituzione dopo il Concilio di Nizza del 325 d.C. dell’ “ospizio dei pellegrini” che doveva essere presente in ogni città. In questo modo avrebbe dovuto diffondersi la religione cristiana e la costruzione di chiese. L’insediamento delle “diaconie”, specie di ospizi collocati in prossimità delle chiese parrocchiali, fu un processo che coinvolse dapprima la componente laica della società. Ma con il tempo questa si ridusse, tanto che presero il nome di “chiese di spedale”, all’interno delle quali erano presenti anche delle scuole per addestrare i diaconi e i monaci alle mansioni sanitarie.
Erano chiamate “chiese di ospedale” quelle strutture che avevano annesso un ospedale, normalmente di piccole dimensioni. Costituito da pochi locali, sovente era adiacente alla chiesa stessa, dedicato sia all’assistenza di persone malate che pellegrini.
Le successive strutture medico-assistenziali furono gli xenodochi, che in origine erano solo luoghi di ristoro, anch’essi annessi ad una chiesa, che con il passare del tempo divennero dedicati all’assistenza dei malati. Il sostentamento degli “xenodochi” avveniva grazie alla beneficenza: elemosine dei pellegrini, lasciti e donazioni dei privati, mentre i lavori quotidiani erano svolti dai volontari, per lo più appartenenti a famiglie nobili. L’attività di fundraising oggi molto attuale ha radici storiche lontane!
Ma in questi edifici la speranza nell’effetto della misericordia di Dio era molto più elevato rispetto all’azione dei medicinali che venivano somministrati “secondo le regole dell’arte”.